Olanda. Accoglienza ai rifugiati politici. Grazie, cittadini e comune di Eindhoven!

Bedankt aan de gemeente Eindhoven, aan de Eindhovenaren van Achtse Barrier, Blixembosch en Woensel Noord. Wij zijn trots op jullie!

Eindhoven, 2014. Le scritte di protesta di alcuni cittadini davanti al Centro De Orangerie, dopo aver ricevuto una lettera del Comune in cui li informava che nella zona dove abitavano voleva aprire un centro di accoglienza per circa 700 rifugiati politici. Con il tempo questi profughi sono stati ben accettati; ora il centro è stato chiuso perchè ad ognuno di loro è stato assicurato un futuro. Per questo il comune ha inviato un’altra, bella lettera ai cittadini, ringraziandoli per la loro comprensione.

Il mese scorso gli abitanti del quartiere olandese di Achtse Barrier e Blixembosch, ad Eindhoven, (Woensel Noord), hanno avuto la sorpresa di ricevere una lettera dal comune di Eindhoven, firmata dall’assessore Yasin Torunoglu, in cui li ringrazia per aver accettato di dare ospitalità a 700 rifugiati politici, la maggior parte arrivati dalla Siria, in un centro di accoglienza nella loro zona. Ho ricevuto anch’io questa lettera, in quanto abito lì vicino e mi sono commossa; perchè è un prezioso gioiello di solidarietà umana.

Non lasciamoli soli! Questo uomo è un essere umano! Foto di Maria Cristina Giongo

“Ricordo”, scrive l’assessore comunale, “che quando nel 2014 avvertimmo i cittadini del nostro piano di accoglienza, non tutti furono d’accordo con noi. Qualcuno si fece trovare davanti a questo centro, De Orangerie, con dei manifesti e cartelloni di protesta. C’era preoccupazione per l’arrivo di sconosciuti che forse si temeva disturbassero la quiete del loro quartiere. Capimmo questa preoccupazione, rassicurandoli sul fatto che avremmo vigilato su tutto ciò che implicava la nostra azione, fermamente convinti che fosse nostro dovere, anche come comune, a livello umano e di solidarietà, di offrire loro l’accoglienza migliore, considerato che venivano da un Paese in guerra e da grandi sofferenze. “

“Sin da subito organizzammo anche riunioni in sede e in comune per informare gli abitanti degli ulteriori sviluppi della situazione”, si legge ancora nella lettera di Yasin Torunoglu, “e ora possiamo dire, con orgoglio, che tutto si è svolto secondo la nostra previsione. I nostri profughi si sono comportati con rispetto per le regole della comunità, tranquilli e riconoscenti per aver aperto loro le braccia. E voi, vicino a loro, piano piano avete iniziato a seguirci in questa azione umanitaria, spesso portando doni e aiuti. Grazie, grazie di cuore, siamo molto fieri del vostro appoggio. Nel frattempo il flusso di rifugiati politici è diminuito e il 31 gennaio abbiamo deciso di chiudere il centro, (COA), in quanto non era più necessario tenerlo aperto.”

Eindhoven, Achtse Barrier, un mulino lungo la strada. In vendita. Foto M. C. Giongo

Vorrei precisare che nè io, nè la mia famiglia e gli altri abitanti della zona abbiamo mai avuto problemi con questi poveri “fuggitivi”. Abbiamo spesso incontrato intere famiglie a passeggio, bimbi in bicicletta; volti sorridenti che ci salutavano con la gioia negli occhi per aver trovato la vita in un Paese che li ha salvati dalla morte a cui sarebbero di sicuro andati incontro in quello da dove provenivano. Una volta mi recai io stessa da loro per portare dei giochi in occasione del Natale e domandare se poteva servire il mio aiuto come volontaria: ancora una volta là incontrai uomini, donne, bimbi molto tranquilli, educati, e ripeto, sereni.

Penso che non ci sia molto altro da aggiungere, se non che ogni tanto sento persone indifferenti al dolore degli altri che affermano, con cinismo: “purtroppo è così. Anche in natura gli animali più deboli muoiono. Spesso lasciati da parte dai loro simili. E’ la legge di sopravvivenza del più forte”. Un discorso che fa gelare il sangue; prima di tutto spesso, per quanto possono, gli animali fanno di tutto per salvare i loro simili dai pericoli imminenti. Ho visto cani trascinare via dall’autostrada (sino al bordo della strada), altri cani inermi, feriti o morti, per evitare che venissero schiacciati dalle automobili di passaggio; elefanti aspettare i loro cuccioli spossati o caduti durante il lungo cammino alla ricerca di acqua, per poterli rinserire nel gruppo. Persino una scimmia che provava a rianimare il suo piccolo morto (e che poi se lo portava in spalla per giorni non riuscendo ad accettare il dolore per la sua scomparsa).

Guardate questo meraviglioso video!

Noi uomini, in più, rispetto agli animali, abbiamo ricevuto il dono della ragione, e mani capaci di aiutare al meglio chi è in difficoltà: oltre che un portafoglio da cui si possono tirare fuori soldi per i mezzi di sostentamento di persone indigenti. Non c’è gratificazione maggiore e bellezza migliore di quella di un sorriso, di un cuore e, diciamolo pure, anche di un buon aiuto economico per chi non ha avuto la fortuna di avere tutto quello che abbiamo noi!

Eindhoven, estate 2017. Foto di Maria Cristina Giongo

Termino quindi con le parole con cui ha chiuso la lettera il nostro assessore comunale olandese, che riassumono compiutamente il senso di essere tutti fratelli, nati sotto lo stesso cielo. Di sicuro tutto questo è stato possibile grazie anche all’onestà delle amministrazioni comunali e politiche olandesi, al cui interno non esiste corruzione; per cui nessuno ha la possibilità di speculare sulle disgrazie umane.
“Voglio, anche a nome del Comune di Eindhoven complimentarmi con voi e ringraziarvi per i 2 anni e mezzo di ospitalità nei confronti di persone che ne avevano veramente bisogno. Molti di loro hanno trovato adesso un nuovo posto dove poter vivere, ad Eindhoven, o in altre città dei Paesi Bassi. Adesso sono in cammino verso un futuro migliore, grazie a voi!”

Traduzione in lingua olandese: “Ik wil namens de gemeente Eindhoven complimenteren en bedanken voor de afgelopen 2,5 jaar van gastvrijheid aan mensen die het nodig hadden. Velen van hen hebben intussen een nieuwe woonplek gevonden in Eindhoven of elders in Nederland. Zij zijn op weg naar een betere toekomst, mede dankzij u.

Maria Cristina Giongo
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