Intervista a Margherita Guzzi Vincenti. La mia passione per la scherma e la mia esperienza negli USA.

Margherita Guzzi Vincenti in una bellissima posa artistica-schermistica. Copyright: Margherita Guzzi Vincenti (link alla pagina di facebook)

Margherita Guzzi Vincenti nasce a Milano nel 1990. Seguendo una tradizione di famiglia, inizia a tirare di scherma all’età di sette anni e, nella nazionale italiana Under 20, ottiene numerosi risultati, tra cui 3 vittorie e 7 podi totali nella Coppa del Mondo di categoria. Dal 2010 si trasferisce negli USA poiché le viene conferita una borsa di studio per meriti sportivi. Entra così a studiare Pre-Medicina alla Pennsylvania State University dove consegue il baccalaureato nel 2013. Nel frattempo, continua a coltivare la sua passione per la scherma diventando capitana della squadra universitaria e partecipando con successo al campionato collegiale. Raggiunge importanti risultati anche nell’ambito del circuito senior americano, tra cui il titolo nazionale nel 2014, numerosi podi e finali. Lo scorso 27 agosto 2016 a Washington si è sposata con l’americano Robert.

Margherita Guzzi Vincenti con la mascotte della
Pennsylvania State University

Come è nata la tua passione per la scherma?

La mia passione ha radici lontane e si ricollega a una bella tradizione di famiglia: Franco Riccardi (1905-1968), cugino di mio padre, fu un valente spadista che vinse tre medaglie olimpiche (un oro ad Amsterdam nel 1928 con la squadra, un argento a Los Angeles nel 1932 sempre con la squadra, un oro a Berlino nel 1936 sia individuale sia con la squadra) oltre a titoli mondiali. Il suo stile schermistico, caratterizzato da spettacolarità e fair play straordinari – gli atleti francesi lo apprezzavano per la sua assoluta correttezza in pedana e lo definivano “il più onesto fra gli italiani” – mi ha ispirata sin dall’infanzia. Seguendo il suo esempio, quando avevo sette anni ho iniziato a tirare di scherma presso la Società del Giardino di Milano, ma ho fatto altre esperienze come spadista sia in Italia sia all’estero.

Che cosa ha dato il via alla tua esperienza americana?

Nel 2009, quando ero terza nel ranking mondiale di spada della FIE, categoria junior, mi venne offerta dalla Pennsylvania State University una borsa di studio quadriennale per studenti-atleti. Dopo la maturità classica conseguita in Italia, nel gennaio del 2010 entrai in quella università per studiare Pre-Medicina. Divenni subito membro della loro squadra di scherma, quindi capitana, gareggiando per quattro stagioni nel campionato NCAA (National Collegiate Athletic Association).

Quali sono i risultati schermistici più importanti che hai raggiunto nel tuo periodo americano?

Mi è rimasto nel cuore, nell’ambito del campionato collegiale, il titolo individuale NCAA nel 2010, ad appena tre mesi dal mio arrivo negli USA. Durante i quattro anni universitari, sono sempre salita sul podio in occasione delle gare del campionato collegiale, conquistando, oltre alla medaglia d’oro, anche un argento e due bronzi, e ricevendo così ogni volta il prestigioso titolo di First Team All-American. Poi, nel 2014, ho conseguito il titolo nazionale, categoria senior, battendo in finale Courtney Hurley, la spadista americana che aveva vinto il bronzo a squadre ai Giochi Olimpici di Londra nel 2012. Ultimamente, ho raggiunto importanti risultati anche in diverse altre gare del NAC (North American Circuit).

Sei considerata una “eccellenza” italiana all’estero. Quali sono i tuoi sentimenti al riguardo?

Anzitutto umiltà: il cammino è ancora lungo e voglio fare sempre meglio sia sul fronte della preparazione atletica sia su quello dei risultati. Sono fiera di ciò che, onestamente e tenacemente, sono andata conquistando in questi anni in un Paese che è sempre stato per tutti una “terra di opportunità”, e voglio dare ancora di più. E poi riconoscenza: sono grata agli States che mi hanno accolta e hanno coltivato i miei talenti intellettuali e sportivi ma rimango orgogliosa delle mie radici italiane alle quali devo la mia formazione iniziale. Tutti ci invidiano la bellezza paesaggistica e il patrimonio culturale ed artistico della nostra nazione, che sono davvero unici, ed è questa parte bella dell’Italia che voglio promuovere in mezzo ai miei amici americani.

La lontananza dai tuoi genitori quanto influisce nella vita di tutti i giorni?

Sono legatissima ai miei genitori e, per fortuna, la tecnologia consente oggi di restare in costante contatto a costo zero anche se le distanze geografiche sono immense. Ci sono skype, facetime, whatsapp e mille altri modi per comunicare e restare uniti. Ecco, credo siano proprio l’unione, la fiducia e l’armonia, profonde e autentiche tra di noi, ad avermi fatto crescere serena e avermi dato le ali per spiccare il volo oltreoceano.

Margherita con il trofeo del primo posto
all’NCAA del 2010 (Copyright: NCAA)

Stai diventando quasi americana, anzi di più col matrimonio: hai mai pensato di tornare in Italia oppure pensi che l’America ti offra più possibilità?

Il matrimonio non c‘entra proprio nulla con la cittadinanza! Per i miei meriti sportivi, dunque con le mie sole forze, il Governo americano, ancora nel 2013, mi aveva conferito la Carta Verde, primo passo verso la piena cittadinanza che otterrò nel 2018. Il divenire cittadina statunitense a tutti gli effetti mi consentirà anche di partecipare al circuito delle gare internazionali, mentre al momento, come Permanent Resident, ossia sulla base della sola Carta Verde, posso prendere parte unicamente alle competizioni interne. Non conto di rientrare in Italia, anche se la amo profondamente, perché la trasparenza del sistema statunitense, fondato sulla meritocrazia, offre stimoli maggiori e maggiori opportunità di crescita umana e professionale.

Oltre allo sport e alla medicina, coltivi altre passioni o hobby, magari curiosi?

Leggo molto, amo i poeti classici, ho una predilezione per Orazio e le sue Metamorfosi. Faccio volontariato, dai tempi in cui vivevo in Italia, con il Sovrano Militare Ordine di Malta che ha ramificazioni anche negli USA. Quando stavo a Washington, D.C. ho assistito con lo SMOM soldati americani reduci dai vari scenari bellici, un’esperienza unica e toccante.

Hai mai letto Pinocchio e qual è l’interesse degli americani, secondo te, per il burattino più famoso del mondo?

L’arte e la cultura italiane sono tenute in alta considerazione negli USA. Ricordo che nel 2013, a Miami, in Florida, venne rappresentato lo spettacolo Pinocchio. The story of a puppet, e questo è solo un esempio di come i prodotti italiani, a cominciare da quelli letterari, siano molto amati qui, anche perché l’America, una vera e propria melting pot, deve molto della sua storia alla presenza, creativa e generosa, di tanti nostri connazionali. Pinocchio è uno dei ricordi più gioiosi della mia infanzia e me lo porterò sempre dentro. Chissà se un giorno qualcuno gli insegnerà anche a tirare di scherma!

Dove si può seguire la tua carriera sportiva?

Come atleta, ho una pagina facebook pubblica (link alla pagina di facebook) che è stata aperta ed è gestita da alcuni compagni di squadra. Ci sono immagini delle mie gare, dei momenti di allenamento, oltre a ricordi personali. I followers che mi seguono dall’Italia e dall’estero lasciano spesso messaggi di affetto che scaldano il cuore. La loro presenza significa molto per me, mi spinge a nuove sfide e accende il desiderio di nuovi risultati.

Grazie Margherita e tanti auguri per la tua carriera medica e sportiva! Buon anno e che questo nuovo anno ti porti ancora tante soddisfazioni!

Intervista di Luciano De Giorgio per il Cofanetto Magico.

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Chi è Luciano De Giorgio.

Nato a Parma nel 1954, è residente da oltre trent’anni a Gorgonzola in provincia di Milano. Ha una moglie, due figli, un gatto nero ed una grande passione per la fotografia.Come fotografo ha firmato, tra altre, le seguenti pubblicazioni:

AA.VV. – Gli stemmi e la storia – Provincia di Milano 2003

C.M.Tartari – Le case sul Martesana – Valdadige Costruzioni 2004

AA.VV. – Il gorgonzola in letteratura – Provincia di Milano 2005 (ha ottenuto il secondo premio europeo per la comunicazione degli enti pubblici nel 2007).

Nel 2015 ha partecipato al concorso letterario nazionale “Per mangiarti meglio” nell’ambito di Expo2015 con il racconto fantastico “La piscina sul Duomo” venendo selezionato per la pubblicazione nel libro Fiabe e filastrocche edito dall’editore TraccePerLaMeta.

Il 2016 è un anno molto importante per Luciano, infatti, oltre alla presentazione del progetto “Pinocchio abita a Gorgonzola”, avvenuto nel mese di settembre durante la Sagra del gorgonzola con una mostra presso il Palazzo Pirola, sta ultimando un libro sulle Fiere & Sagre della Martesana e alcune sue immagini sono state selezionate per il libro fotografico “Gorgonzola” di Giancarlo Mele. Ambedue i libri saranno presto pubblicati dall’editrice Meravigli.

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8 Responses to “Intervista a Margherita Guzzi Vincenti. La mia passione per la scherma e la mia esperienza negli USA.”

  1. cristina landini scrive:

    bellissima intervista ad una ragazza che fa onore all’Italia

  2. Elisabetta scrive:

    Vi ringrazio per aver intervistato Margherita,spero che molti possano leggere la sua intervista e conoscere la sua dolcezza e determinazione. Sono una vecchia amica sua e della sua mamma e ne sono orgogliosa come se fosse uno dei miei figli. Grazie ancora!

  3. Margherita Guzzi Vincenti scrive:

    Un grazie speciale alla versatile Dottoressa Giongo non solo per questa intervista ma per tutta la passione con cui fa giornalismo, trasmettendo entusiasmo e creando coscienza.

    • admin scrive:

      Grazie, cara Margherita! Ma il merito non è mio, bensì del nostro collaboratore Luciano, che mi ha proposto di scrivere su di lei. Tanti, tanti…. in bocca al lupo per la sua carriera sportiva e tanta felicità, soddisfazioni, salute, pace, amicizia e amore nel 2017! Magari il prossimo articolo sulla scherma potrà scriverlo lei per noi, parlandoci di questo sport un po’più a fondo….Cari saluti, Maria Cristina Giongo

      • Luciano De Giorgio scrive:

        Bene, mi intrometto anch’io nel colloquio tra Maria Cristina e Margherita in quanto la mia curiosità mi spinge a sapere qualcosa di più sulla Società del Guardino che da oltre un secolo sforna campioni di scherma e dove Margherita ha cominciato la sua carriera, ancora giovanissima. Grazie a voi per tutto l’aiuto che mi avete dato. Saluti, Luciano De Giorgio.

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