Siamo tutti figli di questo mare! Otranto, simbolo di pace e solidarietà, premia i “Giornalisti del Mediterraneo”.

Otranto ( Puglia), 11 settembre 2016. Il colore del mare di Otranto; un’unica sfumatura di tinte celestiali che quasi si confondono con il cielo stesso, in un susseguirsi di gradazioni sul tono pastello. E, poi… indaco, verde e blu. Foto di Maria Cristina Giongo

In una data simbolica storica, l’11 settembre, si è tenuta, in Puglia, ad Otranto, l’ottava edizione del Festival dei giornalisti 2016, terminata con la premiazione del Concorso dei “Giornalisti del Mediterraneo”. Su questa manifestazione è stato scritto parecchio, sulla carta stampata e in programmi televisivi.

Che cosa potrei aggiungere di più, se non che è stato un vero successo. Ho visto tanta bellezza; sotto forma di cultura, dibattiti, seminari di formazione per giornalisti, grande lavoro da parte degli organizzatori, ospitalità nei confronti degli invitati, professionisti che hanno testimoniato il loro impegno per la libertà di stampa ed informazione: documentata e sempre al servizio della verità.

Penne d’oro del giornalismo si sono alternate sul podio e intorno alle tavole rotonde; alla fine alcuni di loro hanno ricevuto un premio per i loro servizi e filmati, per i loro articoli, spiegando il motivo per cui li hanno scritti e girati, spesso a rischio della loro vita. Come Mimmo Lombezzi (Mediaset), nela foto sotto, che ha vinto il premio assoluto nella sezione del terrorismo, con il documentario sull’intifada dei coltelli a Gerusalemme.

Otranto, 11 settembre 2016. Il giornalista Mimmo Lombezzi.

La lista dei nomi degli altri premiati, fra cui ho avuto l’onore di esserci pure io, la troverete nella pagina di facebook del Concorso, ma, come ha sottolineato il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, nel suo bellissimo discorso di ringraziamento: “un po’ tutti ne sono stati vincitori”. Il dottor Cariddi ha parlato della Puglia, del suo valore come porta del Mediterraneo, via privilegiata del dialogo fra i popoli, veicolo di pace e accoglienza. E… proprio mentre il sindaco parlava gli arrivava un messaggio da parte dei suoi collaboratori che lo informavano dell’avvistamento di una barca con migranti scappati dai loro Paesi in guerra, diretta verso il loro porto.

Il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, con il presidente della giuria Lino Patruno e Lara Napoli, la giornalista che ha condotto la premiazione con molta abilità. Bella, professionale e molto preparata.

I temi del terrorismo, dei conflitti internazionali e politici, della politica economica, della correttezza d’informazione, sono stati affrontati durante la settimana in modo professionale e ad altissimo livello, come potrete constatare voi stessi vedendo questo video.

Salvatore Gulisano (La7) anche lui premiato per i suoi coraggiosi interventi di giornalista sempre in prima fila, sul campo, per raccontare la verità, senza paura.

Anche il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio, che ha ricevuto il Premio Caravella per i vari servizi dedicati al problema dei migranti, ha sottolineato il valore “ di questo mare che per noi italiani è qualcosa di più di un confine d’acqua; è una dimensione esistenziale, una dimensione storica, un luogo d’incontro…”

Otranto, 11 settembre 2016. Il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio, durante il suo discorso prima di ritirare il premio che gli è stato assegnato.

E a proposito di incontro, un’altra perla preziosa di questo evento è stata proprio la possibilità di confrontarci fra di noi, di fare amicizia, di stimarci, vivendo insieme l’emozione della premiazione. Oltre a qualche attimo di relax… con un bicchiere di vino e le ottime cene offerte dal Ristorante dell’Hotel Vittoria di Otranto, dove abbiamo alloggiato, trovandoci veramente bene. Ho notato molta umiltà fra i tanti noti giornalisti e scrittori presenti; compreso il presidente della giuria, Lino Patruno, autore tra l’altro del bel libro “ IL MEGLIO DEL SUD”. Si è creato un clima di comunanza e di voglia di andare avanti: per continuare ad informare onestamente, attraverso il nostro lavoro e la passione che ci ha spinti a scegliere questa professione non sempre facile.

Fra i premiati c’era anche una famosa giornalista, una donna straordinaria, Asmae Dachan (nella foto sopra), curatrice di un blog (qui il link al blog), nata in Italia da genitori siriani originari di Aleppo. Asmae ha vinto il prestigioso Premio della giuria, per il suo reportage da Bruxelles «Nella tana degli uomini bomba», incentrato sulle figure degli attentatori di Molenbeek, pubblicato da Panorama all’indomani dei tragici attentati terroristici della scorsa primavera. Quest’estate ha attuato un reportage sulla Turchia il giorno dopo il fallito golpe di luglio, uscito sul Fatto Quotidiano: si tratta un servizio sui bambini siriani sfollati nelle tendopoli e ricoverati in ospedali e orfanotrofi di fortuna al confine tra Turchia e Siria. Spero di intervistarla presto per il Cofanetto magico! In un suo discorso Asmae ha definito i terroristi fondamentalisti islamici degli “infami”, con grande coraggio; fiera di essere una donna musulmana che si dissocia da chi usa la religione per commettere crimini.

Quando sono salita sul palco a ritirare il mio trofeo (foto in alto; dietro di me, il mio articolo ingrandito sullo schermo), ricevuto dal Console del regno dei Paesi Bassi per Puglia, Basilicata e Molise, il Dottor Massimo Salomone (nella foto) ho chiesto ai presenti un applauso per tutti i bimbi massacrati e feriti durante i conflitti di guerra, usati come bombe umane dai terroristi dell’Isis. Fatti diventare a loro volte combattenti, assassini… Povere creature! Il pubblico ha reagito subito, offrendo loro questo omaggio d’amore, lungo, intenso, sentito, sofferto; che è salito al cielo!

Per me è stato un momento emozionante, per il quale ringrazio ancora chi ha “pescato” il mio nome fra i ben 25.000 giornalisti iscritti all’albo (come mi ha confermato l’organizzatore Tommaso Forte), premiando un mio articolo pubblicato dal quotidiano Libero (due anni fa). In questo modo ho potuto vivere un’esperienza di grande condivisione, culturale ed umana con tante belle persone. Era un pezzo terribile, tragico, che voleva mostrare fino a che punto, anche a livello psicologico e di terrore, si spinge la crudeltà dell’Isis. Se desiderate leggerlo potete cliccare su questo link. Lo troverete in lingua italiana e in lingua olandese.

Inoltre vi consiglio di leggere e di vedere tutti i lavori dei vincitori, di notevole spessore culturale ed interesse. Li trovate nella pagina ufficiale del Concorso. Io mi sentivo veramente una “piccola” pulce…in mezzo a tante personalità di rilievo e grandi firme della carta stampata (per esempio del Corriere della Sera) e della Televisione (Tg 1, Rainews24, La7, ecc.).

Termino con alcune domande che ho posto a Tommaso Forte per chiudere in bellezza il mio ricordo di questo straordinario evento:


Tommaso Forte ( nella foto sopra), giornalista ed event manager del Festival Giornalisti del Mediterraneo,
organizzatore di un grande evento che ogni anno acquista maggiori consensi da parte del mondo della stampa, della televisione e del pubblico. Secondo lei a che cosa è dovuto il sempre maggior successo dell’evento legato ai temi del Mediterraneo?

“Di sicuro a determinare tale risonanza è la stringente attualità del tema cardine del Festival, appunto il Mediterraneo, e tutte le sue implicazioni che oggi inevitabilmente ci coinvolgono, inducendoci a riflettere sui potenziali strumenti da mettere in campo per superare gli eventuali divari. L’evento sicuramente rappresenta un’occasione utile al confronto e allo scambio fertile di idee. Inoltre penso che il maggior successo rispetto alle precedenti edizioni, sia dovuto anche al fatto che, di anno in anno, ci si perfezioni sempre di più in termini di organizzazione e di competenze acquisite nel mettere in piedi un evento di tale portata”.

Ho sentito dire da molte persone che quest’anno avete superato voi stessi. Merito dell’immenso lavoro che l’ho vista svolgere, senza un attimo di riposo, dei grandi nomi del giornalismo presenti, dall’aver creato possibilità di incontri e scambi culturali che avranno sicuramente nuovi sviluppi anche sul piano umano e di solidarietà?

“Abbiamo lavorato per tanti mesi all’organizzazione del Festival, dedicando attenzione a ogni minimo particolare organizzativo. Il lavoro più faticoso è stato proprio quello di tenere insieme, e riuscire a far convergere a Otranto nello stesso periodo, alcune delle grandi firme del giornalismo, testimonianza viva delle guerre del Mediterraneo. È stato faticoso ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Merito del successo è anche la stima reciproca con i colleghi e la credibilità che ci siamo costruiti negli anni non lasciando nulla al caso. I grandi nomi del mondo del giornalismo hanno arricchito la kermesse e la loro presenza, insieme alla reciproca fiducia, ci ha permesso di porre le basi per continuare a lavorare insieme nei prossimi anni su più fronti, compreso quello umano e di solidarietà”.

Come avviene la selezione degli invitati alla manifestazione e dei premiati?

“Partiamo dai premiati: vengono scelti tra coloro che hanno presentato le proprie opere entro i termini di scadenza previsti dall’omonimo concorso del festival. La giuria seleziona il lavoro che meglio ha rappresentato il tema della sezione per cui ci si è candidati. Per ciò che riguarda gli invitati, invece, non c’è una selezione vera e propria, semplicemente ogni anno decidiamo di ospitare coloro, colleghi e non, che riteniamo possano essere testimoni viventi di storie esemplari legate al Mediterraneo. In ciascuna edizione del Festival si sono avvicendati volti sempre nuovi e diversi, a conferma della volontà di dar voce alle esperienze più diversificate”.

Quale è stato per Lei il momento più emozionante della manifestazione di quest’anno? Quello per cui ha pensato: “è valsa veramente la pena di lavorarci così tanto”.

“Certamente la cerimonia di premiazione, nell’ultima giornata del Festival, ha rappresentato un momento ad alto tasso di emozione. Vedere sul palco tutte quelle firme prestigiose ricevere i riconoscimenti per il lavoro svolto, non senza sacrifici nel portarlo a termine, è stato motivo di orgoglio e soddisfazione. Molto emozionanti anche alcuni reportage realizzati dai colleghi che mi hanno fatto pensare che “è valsa veramente la pena di lavorarci così tanto”, perché guardando quelle immagini mi sono meglio ricordato di quanto sia fondamentale portare all’attenzione dell’opinione pubblica certe storie umane. Le storie umane di chi, per darsi un’altra chance di vita, deve attraversare il Mediterraneo in condizioni disumane senza neppure avere la certezza delle proprie sorti. Vale la pena, dunque, lavorare tanto per sensibilizzare chi, a fronte dei tanti arrivi di migranti sulle nostre coste, dimentica l’aspetto umano di quello che ormai è diventato un fenomeno storico”.

È già proiettato verso il futuro? Cosa possiamo aspettarci dal Festival Giornalisti del Mediterraneo 2017? Vista l’importanza dell’evento e l’ingente mole di lavoro che viene fatto immagino che ci stiate già pensando….

“Non è trascorso nemmeno un mese dalla fine dell’ottava edizione e siamo già al lavoro per preparare quella del 2017 ma non possiamo svelare nulla se non la volontà di arricchire la kermesse con altri contenuti che sono certo saranno in grado di stupirvi”.

Maria Cristina Giongo
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One Response to “Siamo tutti figli di questo mare! Otranto, simbolo di pace e solidarietà, premia i “Giornalisti del Mediterraneo”.”

  1. Elisa scrive:

    Bene Cris, complimenti e.. ad maiora, sempre in sella per il vero giornalismo corretto ed audace, nè individualista nè gregario!

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