Poesia di settembre: “La musica di Pietro”

 

Dopo aver composto melodie un intero giorno col mio programma di notazione musicale –ed essermi accecato, nel frattempo, a forza di fissare lo schermo del computer– provo a dormire, adesso che è sera. Proprio non riesco, però. Con gli occhi “smangiati” dalla miopia e dall’insonnia, con la mente in preda alla febbre stralunata della stanchezza, inizio invece a parlare con me stesso ad alta voce; per esempio mi domando: «Conosci quella brava attrice immaginaria che si chiama Cromina?


 

“Giovannino” Radetzky

 

Cromina Power, intendo, l’ex moglie di Montalbano, il celebre cantante e commissario di fantasia, inventato da don Camilleri. Come chi è don Camilleri?! Ovviamente il geniale parroco giallista, a sua volta partorito dalla fervida mente di Giovanni Radetzky. Nemmeno di Radetzky sai niente?! Asino! È il grande romanziere e ciclista austriaco di origini padane (era dunque austro-italiano, sebbene molti, per brevità e comodità, preferissero dire, forse impropriamente, “australiano”) vincitore di parecchie gare importanti e tuttavia perentoriamente sconfitto, ahilui, nella famigerata sei giorni di Milano del 1848. Ma come fai ad ignorare certe cose?!».
Solennemente indignato dalla mia somaraggine, tronco all’improvviso la conversazione e decido seduta stante di punirmi. Così, per togliermi ogni residua possibilità di riposare, mi metto a comporre, nel cuore della notte, anche una poesia: La musica di Pietro.

 

La musica di Pietro

I
La musica
di Pietro
è un’isteria di solitudine.

Egli
vive sempre infatti
sulle spine
come un povero fachiro
cronico perpetuo
e terminale.

Per questo
poi canta
musica triste
nell’intimità
(- Che ora è?
– Le sei e morte!)
del buio e della sera.

Le note migrano nell’aria
con andatura blesa
dalla bocca del cantore
e quasi sembrano direi…
elettroni!
elettroni
apoplettici!,
se non sigilli
di manie sdrucciole.

II
Come pulviscolo
di dolore murato in croce
le melodie s’irraggiano
anfibie tra sogno e ribellione.

Infatti Pietro
è un’isteria di solitudine.

Che poi scrive
musica triste
nell’intimità
(- Che ora è?
– Le sei e morte!)
del buio e della sera.

Lungo il pentagramma
son come
vibrioni di guerra indecisa
le crome…

stanziate tremolanti a dimostrare
la geocentricità
del rimpianto e del timore.

Pietro Pancamo
CHI SONO

 
 
 
 

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27 Responses to “Poesia di settembre: “La musica di Pietro””

  1. Luisa scrive:

    Bentornato Pietro !
    Molto carina e spiritosa la tua prefazione…divertentissima ! compilmenti ! Segue una bella poesia… la musica… ti rende felice quando ti strappa una lacrima !

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Che cosa cercate nella musica?
      Cerco rimpianti e lacrime” (Pascal Quignard).
      Grazie come sempre per la tua “multiforme” presenza, cara Luisa!!

  2. Elisa scrive:

    Carino lo scritto, grande Pietro! Che poi è quello che apre la porta del paradiso.., no, scusa quello è un altro!E’ Pietro Grasso! Ah ah, ancora, ancora…

    • Pietro Pancamo scrive:

      Hai proprio ragione, cara Elisa: niente come i giochi di parole, per innescare una benefica reazione di risate a catena! Davvero grazie per il tuo commento.

  3. Valentino Di Persio scrive:

    Triste e frizzante , intrisa di tristezza e di nostalgia. Bellissima.

  4. Luisa scrive:

    La solitudine , la malinconia ci fanno ritrovare noi stessi, la musica è il linguaggio che parla all’anima …..

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Il linguaggio della musica è un linguaggio che solo l’anima capisce, ma che l’anima non potrà mai tradurre” (Arnold Bennett).

  5. Antonella scrive:

    Caro Pietro buongiorno e bentornato!!!!!!
    Molto bella la tua poesia…”triste e melanconica”, ove viene descritto lo stato d’animo sensibile e sempre sofferente del poeta speciale la quale tu sei…….

    • Pietro Pancamo scrive:

      La mia specialità? Non essere speciale. A ogni modo un grazie speciale a te, cara Antonella, per la stima che mi dimostri.

  6. Marisa G. scrive:

    Un poeta riesce a tradurre in poesia anche i momenti più tristi ed a trasmettere forti emozioni in chi ha la “fortuna” di leggerla. Grazie sempre per questo dono!

  7. Cinzia scrive:

    Triste ….malinconica …come l’autunno, bella, grazie Pietro, saluti, Cinzia

    • Pietro Pancamo scrive:

      “L’autunno ha più oro in tasca rispetto a tutte le altre stagioni” (Jim Bishop).
      Grazie dei complimenti, cara Cinzia!

  8. Luisa scrive:

    Rileggo diverse volte le tue poesie, e ogni volta toccano il cuore ….

  9. Maria Teresa scrive:

    In tutti i periodi più tristi della storia,quella personale compresa,i poeti con i loro versi si sono salvati e hanno salvato.

    • Pietro Pancamo scrive:

      “La poesia è il salvagente/ cui mi aggrappo/ quando tutto sembra svanire” (Khalil Gibran).
      Come al solito, grazie infinite, carissima Teresa!

  10. Maria Teresa scrive:

    ” Poesia uguale esistenza;è l’esistenza che si fa canto. Poesia che è lotta e preghiera:speranza o disperazione che sia;oppure gioia e dolore.Tutto che fa corpo”(David Maria Turoldo) LAURA

    • Pietro Pancamo scrive:

      “[…] la poesia è infinita/ come la vita” (Aldo Palazzeschi).
      “– Decifrare il mondo contandolo.
      – Cantandolo, corregge il poeta” (Angel Frutos de Salvador).
      Un grazie “sterminato” anche a te, carissima Laura!

  11. Marisa B. scrive:

    Quasi per magia, qui la tristezza assume la forma musicale, addirittura gioiosa malgrado voglia essere” musica triste”; fa danzare le note portandole fuori dalla solitudine e dalle spine del fachiro. Miracolo della poesia che contraddice persino il suo poeta?

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie mille, cara Marisa, per avermi fatto notare questo vergognoso atto d’insubordinazione. Certo che la poesia è davvero cafona a contraddirmi così (e in pubblico, per giunta!). Ma come osa?! Mi sa che le farò una bella ramanzina. Le dirò: “Non ci siamo proprio, signorina. Per cui vedi, e subito, di cambiare musica!”.

  12. susy pagliaro scrive:

    La “musica” e la “poesia” si fondono nell’ arte di Pietro Pancamo che, con la salvifica ironia,riesce a ‘porgere’ la solitudine con il sorriso. Un’ altra bella poesia! Complimenti!

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie, cara Susy, per l’afflato filosofico di cui i tuoi commenti son sempre soffusi.

      Ahimè: quando la musa mi fa il muso, persino le idee mi lasciano solo. Per fortuna che i tuoi commenti, come d’altronde quelli di tutti coloro che mi seguono, son sempre qui a tenermi compagnia.

  13. luciana scrive:

    Tristezza, rimpianto, timore… Lasciati trasportare dalla musica, meglio se triste;
    ti aiuterà a sorridere, maqari tristemente, ma sarà pur sempre un sorriso.
    un caro saluto.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Eh, sì: un sorriso di scorta fa sempre comodo nella vita (soprattutto, è ovvio, nei cosiddetti momenti bui).
      Grazie d’essere tornata a trovarmi, cara Luciana!

  14. Marisa G. scrive:

    Grazie per questa bella poesia che ci porta conforto r serenità anche nei momenti più tristi e difficili di questa n ostra vita.

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