La posta del cuore dei nostri amici animali di Imma Paone; sterilizzare un cane sì o no?

Cara dottoressa Imma,
ormai sono anni che seguo i tuoi racconti prima e la tua rubrica ora.
Mi chiamo Laura, ho 17 anni e vivo a Napoli.
Da pochi mesi ho una bellissima meticcia adottata da un rifugio tramite una associazione che cerca di ridurre il fenomeno del randagismo sul nostro territorio.

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La piccola si chiama Lara e mi è stata data con le prime vaccinazioni già fatte, il microchip inserito ed ho dovuto firmare un modulo di adozione dove mi hanno “obbligato” alla sterilizzazione.
Quest’ultimo punto mi ha un pò turbata.
I miei genitori sostengono che sia “contro natura” sterilizzare un cane ed io invece ho solo molta paura per l’anestesia e per l’invasività dell’intervento.
Mi è capitato di sentire di cani che sono morti in seguito all’anestesia e di cani che hanno patito il dolore e la ferita chirurgica ha impiegato molto tempo per cicatrizzare.
Cosa devo fare secondo te?
Grazie mille
Laura.

Cara Laura le tue paure sono più che giustificate visto che se ne sentono di tutti i colori purtroppo grazie anche all’esistenza dei “praticoni“.
Avrei tanto da scrivere ma mi dilungherei troppo.
Ti dico solamente che la frase ” è contro natura” la sento da almeno 20 anni e la mia risposta è, ahimè, sempre la stessa : “contro natura è non permettere alla propria cagna di partorire ogni sei mesi per tutta la sua vita”!.
Comprenderai facilmente che è una cosa IMPOSSIBILE!
Se solo pensi che in media una cagnolina partorisce 5 cuccioli e, se li moltiplichi per 2 calori all’anno e per una media di vita di 13 anni, immaginerai quanti cuccioli, spesso senza adozione, esisterebbero sul territorio nazionale.
Se poi vuoi aggiungere tutte le infezioni e purtroppo i tumori che le continue stimolazioni ormonali determinano, vien da sè che è molto meglio sterilizzare.
Ormai è risaputo che il momento migliore per sterilizzare una cagnolina è dopo circa 2 mesi dal primo calore, in questo modo si favorisce un completo sviluppo del sistema genito-urinario e si mantiene comunque bassissimo il rischio di tumore alle mammelle.
Per tentare di alleviare le tue preoccupazioni invece ti posso solo dire che oggi, prima di un qualsiasi intervento, si esegue un accurato screening ematico completato da una visita clinica e un consulto anestesiologico.
Certo, il rischio di una reazione allergica ai farmaci che si usano per l’anestesia, non lo puoi prevedere, ma nelle sale operatorie più attrezzate utilizziamo monitor multiparametri che ci permettono di tenere sotto controllo i parametri vitali.

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Esempio di sala chirurgica con monitor multiparametri ed attrezzature adeguate ad una laparoscopia

Il dolore operatorio e post-operatorio è controllato dall’uso, oculato, di farmaci oppiacei ed è strettamente influenzato dalla tecnica operatoria che si usa.
In cagnoline giovani, a meno che non ci sia un problema uterino, si sceglie di togliere solo le ovaie riducendo notevolmente la durata dell’intervento, la trazione dei tessuti e quindi il dolore.
Un’ultima novità è l’introduzione in campo operatorio veterinario della chirurgia laparoscopica.

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Una dolce cagnolina sterilizzata in laparoscopia

Con questa tecnica si eseguono solo due piccoli taglietti di circa 1 cm attraverso i quali entra una fonte di luce e una pinza che permette di tagliare e saldare in contemporaneo i due lati dell’ovaio per poi estrarlo attraverso il piccolo taglio fatto sull’addome.
E’ una tecnica rapida, sicura e determina pochissimo dolore quindi rende ancora più semplice la gestione del post-operatorio.

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Tagli chirurgici a confronto tra le due tecniche:laparatomia e laparoscopia

Spero di essere stata chiara e di averti aiutato a superare qualsiasi dubbio.
Per ulteriori informazioni puoi contattarmi all’indirizzo e-mail: immavet1973@libero.it

Un saluto
Dr. Imma Paone

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