Editoriale di giugno. La morte del cigno. Basta con la caccia!

La famosa ballerina russa Anna Pavlova, con un cigno, icona della bellezza,
che nel celebre balletto “La morte del cigno” rappresenta proprio la fine della bellezza e dell’amore su questa terra.

Cari lettori, cofanetti magici,

recentemente ho visto una sequenza (girata con il telefonino da una signora olandese) che mi ha scioccata. In un campo c’erano tre cigni, padre, mamma e figlio. Si stavano riposando, godendo il tepore dei primi raggi di sole. Ad un certo punto hanno avvertito la presenza di alcuni cacciatori e dei loro cani e si sono alzati in volo intuendo l’imminente pericolo. Ma non è bastato.

La straordinaria Anna Pavlova interpretò per prima, nel 1905, al teatro Mariinskij (a San Pietroburgo) una rappresentazione della “Morte del cigno”.

E’ partito il primo sparo. Poi il secondo, seguito da un terzo. E la loro vita è stata spezzata, in un baleno. Sono precipitati al suolo, proprio dove un attimo prima si stavano godendo una bella giornata primaverile olandese. Uno di loro era ferito ma ancora vivo. Mentre arrivavano i cani per portare via gli altri due ho visto che a fatica alzava la testa e il flessuoso collo verso il cielo, in un ultimo anelito di speranza nella bontà dell’uomo, nella salvezza; poi di colpo il lungo collo ricadeva, sbattendo sul terreno. Un vero strazio, aumentato dall’arrivo dei cani che ne hanno fatto scempio, trascinandolo in seguito verso la macchina dei loro padroni, già piena di altri volatili.

E’ stata una scena che mi ha fatto male, nel profondo del cuore. Ancora una volta mi sono chiesta; che senso ha la caccia? Perchè uccidere una così bella creatura di Dio (ma anche se si trattasse della…più brutta)? Che razza di sport è questo? E che gusto c’è a sparare ad uccelli, anatre, cerbiatti, coniglietti, cigni…Eppure è così bello e rilassante la mattina presto ascoltare il garrulo cinguettio degli uccellini, osservarli volare, giocare. Invece i cacciatori GLI SPARANO!

Eindhoven, Olanda. Primavera 2016. Foto di Maria Cristina Giongo

Ho fotografato per voi, con il telefonino, due cigni che incontro ogni mattina quando vado a passeggio con la mia cagnolina Briciola. Mi fermo sempre ad ammirarne la grazia, il candore delle piume, le tenerezze che si scambiano fra di loro. Spesso si avvicinano a me e a Briciola e ci osservano a loro volta, stando pazientemente fermi quando voglio scattare loro delle foto.
Vi lascio con questa dolce immagine ed un video di YouTube, che ha evocato in me la stessa commozione provata nel momento in cui ho visto il lungo collo del povero animale agonizzante crollare sul terriccio polveroso; nell’attimo finale della sua resa alla cattiveria umana. Poco prima volava libero nel cielo insieme alla sua famiglia!

Il cigno è interpretato dalla meravigliosa Carla Fracci nel famoso balletto: “La morte del cigno”, simbolo della distruzione della bellezza e dell’amore.
Link al video su Youtube.

Un abbraccio dalla vostra, come sempre vostra,

Maria Cristina Giongo
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Hanno collaborato a questo numero:

Imma Paone
Pietro Pancamo
Mauro Almaviva
Marica Caramia
Valentino Di Persio
Cristina Giongo
Marco Capriotti
Hans Linsen (foto)

Direzione:
Cristina Giongo

Assistenza tecnica:
Marica Caramia
Hans Linsen

Proibita la riproduzione del testo e della foto dei due cigni senza citare autore e fonte di provenienza.

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