Editoriale di maggio. Non cediamo alla cattiveria.

Cari lettori online, cofanetti magici, amici,

oggi vorrei dividere con voi un pensiero che fa riflettere, nato dopo aver letto una poesia di una signora olandese, Helma Michielsen, la quale scrive: ”La persona che non ha ceduto alla cattiveria raggiunge il cielo”.
Sulla cattiveria si sono pronunciati psicologi, psichiatri, sono stati scritti fiumi di parole.

Un trittico del famoso pittore olandese Jheronimus Bosch (ca.1450-1516 ), su cui è stata organizzata una mostra a ‘s-Hertogenbosch, nei Paesi Bassi, che ha ottenuto un successo strepitoso. Purtroppo l’esposizione si potrà visitare sino all’8 maggio. I biglietti d’ingresso sono stati venduti tutti sin dai primi giorni. Alla vostra sinistra è rappresentato il paradiso, nel mezzo il giudizio universale (che dà il nome al trittico) e a destra l’inferno.

Ma che cosa ci rende cattivi? Una cosa è certa; se la cattiveria non è una “patologia”, associata alla mancanza di empatia, è più appropriato definirla un moto dell’anima, del nostro essere che “perde la testa”, reagendo impulsivamente ad un sopruso, ad una violenza, ad un’ingiustizia che non riesce a gestire in altro modo.

Quando qualcuno ci fa del male e ci fa tanto soffrire, avremmo voglio di vendicarci, almeno a parole. Uno sfogo è naturale, almeno ci liberiamo di un peso….ma sovente ci si pente anche di quello. Perchè, se noi “costituzionalmente” siamo buoni, buoni di natura, dopo un po’ veniamo assaliti da sensi di colpa per essere scesi noi stessi al livello di chi ci ha feriti, ferendo a nostra volta.

Quindi è meglio aspettare, seguendo il lugubre detto cinese che invita a sedersi sulla sponda di un fiume in attesa che prima o poi passi il cadavere del nemico? Non so… questo consiglio è piuttosto macabro; non mi piace. Anche se pure io credo che a lungo andare chi è cattivo sconti la sua cattiveria. Oltre tutto “ i cattivi” sono spesso gelosi, invidiosi, acidi, brutali; per questo motivo sono invisi a tutti, la gente li evita. E alla fine rimangono soli.

In conclusione, se la cattiveria, ripeto, non è quella patologia che porta un essere umano a fare sistematicamente del male, ad uccidere, torturare, se non si tratta di pazzia, allora proviamo a chiederci se vale la pensa di perdere il sonno e la salute e, ancor peggio, di combatterla con la stessa arma. A chi e a che cosa servirebbe?

Lo so, ci vuole molta pazienza e bontà per SUBIRE, e non sempre ci si riesce ma proprio per questo condivido il pensiero della poetessa olandese Michielsen:
la persona che non ha mai ceduto alla cattiveria raggiunge il cielo”.

Un abbraccio dalla vostra, come sempre vostra,

Maria Cristina Giongo
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Hanno collaborato a questo numero:

Imma Paone
Pietro Pancamo
Mauro Almaviva
Marica Caramia
Valentino Di Persio
Cristina Giongo
Marco Capriotti
Elisa Prato
Hans Linsen (foto)

Direzione:
Cristina Giongo

Assistenza tecnica:
Marica Caramia
Hans Linsen

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4 Responses to “Editoriale di maggio. Non cediamo alla cattiveria.”

  1. lorella scrive:

    Esatto cara Cristina , ” rimarranno soli ” soli con la loro cattiveria che secondo me alcune persone non sa nemmeno di avere , vivono la loro vita con il preciso scopo di far del male , che triste vita !!
    Ciao Cristina!!

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      E’ proprio quello che penso io: che triste vita! Solo amando gli altri puoi essere felice.

      Avevo appena scritto sulla cattiveria…. e oggi la notizia che qualcuno ha incendiato la casa ( o almeno l’ingresso) della casa dove è nato Albano. Un’umile dimora a cui lui era molto legato in quanto simbolo di come anche nascendo povero puoi, con tanto lavoro e fatica, rendere la tua vita come la desideri.
      Anche questo è stato un atto di cattiveria.

      Ciao, Lorella!

  2. lorella scrive:

    Si , ho appreso la notizia dal telegiornale , questo fatto è l’ennesima conferma di quanta povertà e ignoranza ha la mente di queste persone , gesti eclatanti , vendette , hanno tanta miseria nella loro anima e per sentirsi superiori compiono questi gesti , dimostrando cosa ? per punire di cosa ? La loro è solo fame di cattiveria per sopprimere la loro inferiorità , quello che non sono riusciti a fare o essere … mah … intanto a farne le spese sono sempre le persone più buone ed oneste .

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