“Puttana! Appena torni ad Amsterdam ti impiccheremo nel parcheggio dell’aeroporto”.

La giornalista Ebru Umar, a cui è diretto il terribile messaggio di qui sopra. Foto ANP

Questa assurda vicenda è cominciata quando il consolato turco a Rotterdam ha inviato un’email ai connazionali residenti nei Paesi Bassi con la richiesta di informarli ogni volta che le loro comunità sentono e persino leggono sui social offese, parole d’odio e di derisione contro il presidente Erdogan da parte dei loro compatrioti. In Olanda ci sono 450.000 turchi residenti.

A questo punto il “CHO Hollanda“, il partito di opposizione formatosi in Olanda, è stato inondato di telefonate di cittadini preoccupati per essersi lasciati scappare qualche commento negativo magari parlando con i loro vicini di casa turchi, oppure sulle loro pagine facebook aperte in Olanda. “ Il timore è che per esempio non possano più trascorrere le loro vacanze in Turchia, che possano essere fermati alla frontiera e non possano andare a trovare i loro familiari” ha dichiarato al quotidiano AD il loro presidente, Azu Ozalp. Ricordiamo che Twitter e Facebook vennero bloccati in Turchia dopo che apparvero post dove si accusava il presidente di ogni tipo di malefatte: dalla corruzione, alla frode e alle elezioni truccate (Erdogan è stato eletto il 10 agosto 2014, con una maggioranza del 52%).

Ne è nato uno scontro diplomatico, che ha portato il ministro degli esteri Bert Koenders, del partito dei lavoratori (PvdA), a protestare contro il governo turco. Il consolato si è subito difeso parlando di “un malinteso”. Il ministro ha accettato queste strane giustificazioni, tuttavia ha ribadito che era necessario chiarire che il loro governo non accetta la richiesta ai cittadini turchi in Olanda di fare… la spia nei confronti di altri connazionali. Dello stesso avviso il premier Mark Rutte del partito liberale democratico (VVD), il ministro della giustizia Ard van der Steur e dell’integrazione Lodewijk Asscher.

Il presidente Erdogan dal momento della sua elezione ha già denunciato 1845 persone che lo hanno contestato. Fra cui il comico televisivo tedesco Jan Böhmermann che aveva usato parole volgari facendo satira su di lui. InTurchia spesso i cittadini vengono messi l’uno contro l’altro e chi critica Erdogan, politici, giornalisti o semplici cittadini, vengano colpiti duramente anche sul piano lavorativo, in quanto indicati e considerati traditori della patria. Mentre in un Paese libero come il nostro, ha ribadito il primo ministro Rutte, “è inaccettabile un controllo simile su persone, straniere o meno, che ci vivono o hanno scelto di viverci”.
Inoltre Erdogan ha cercato di bloccare un documentario in Svezia in ricordo del terribile eccidio di un milione e mezzo di Armeni; pare che anche in Italia siano state fatte pressioni del genere nei confronti della RAI.

Questo incidente diplomatico poteva finire qui: invece…. Invece no. Sabato scorso è stata arrestata a Kusadasi Ebru Umar, 45 anni, giornalista di origini turche, naturalizzata olandese, per aver scritto un Twitter in turco insultando Erdogan. “Ero già a letto perchè il giorno seguente dovevo ripartire presto per l’Olanda quando ho sentito bussare forte. Due agenti mi hanno detto di seguirli e in un baleno mi sono ritrovata in cella e in mattinata davanti al giudice; gli ho spiegato che il mio Twitter era diretto ad amici in Olanda. La risposta è stata che non si possono scrivere offese sul loro presidente nella loro lingua.Sono stata liberata ma non posso ancora lasciare il Paese”.

E’ molto strano che Ebru sia stata fermata proprio ora, soltanto per un Twitter; infatti è da anni che lotta contro i musulmani che non si adattano alle regole della nazione ospitante e contro il regime fondamentalista in Turchia. Nel suo Twitter Umar aveva scritto: Erdogan, f******….. che tradotto in termini più “gentili” significa “Erdogan, vai al diavolo!” Non condivido quello che è successo ma non condivido nemmeno il ricorrere alle parolacce per difendere una causa sulla libertà di pensiero e di parola. Per i prori ideali non si combatte con gli insulti.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Purtroppo è arrivata la notizia che l’appartamento di Ebru Umar ad Amsterdam è stato svaligiato. La sua vicina di casa l’ha raggiunta telefonicamente avvertendola che “ i ladri” avevano forzato la porta e messo la sua casa a soqquadro. Hanno rubato solo un portatile. Un suo conoscente, arrivato sul posto ha postato su Twitter la foto di una scritta con cui hanno imbrattato un muro: PUTTANA!

Immediata la reazione della giornalista, su Metro, testata per cui scrive regolarmente: “ sono veramente arrabbiata. Sono bloccata qui, mi controllano, sono caduta in un vortice assurdo. Per fortuna avevo portato con me il mio computer portatile nuovo, così non hanno potuto impossessarsi dei documenti che contiene. Quello che hanno rubato era vecchio. ‘Vorrei ringraziare’ quei turchi che mi hanno denunciata ai servizi segreti spiando i miei Twitter, che come pecore si sono inchinati al dittatore sultano; dovrebbero vergognarsi, in un Paese che oltre tutto li ha accolti e trattati sempre bene”.

Nel frattempo familiari, amici e colleghi si sono attivati in azioni di protesta. Anche il premier Rutte ha chiamato il presidente Erdogan, secondo quanto riferisce il sito online Nu.nl, per richiedere l’immediato rimpatrio in Olanda della donna.

Purtroppo lo sfogo della giornalista è stato accolto con parole di scherno ma anche di violenza, sia su Metro che via Twitter, come questa frase (che appare nella foto sopra in lingua olandese): “la moschea ha raccolto dei soldi per l’affitto di una gru per impiccarti nel parcheggio, appena sarai atterrata all’aeroporto di Schiphol.

Qualcun altro ha scritto: “questa puttana non è una turca ma un’armena. Non merita di vivere.” Poi : “HA…HA….HAAAAAAAAAAAA. Adesso ci rimarrai un bel po’ in Turchia…una lunga vacanza, brutta anatra!

E mi fermo qui, perchè questi commenti parlano da soli per la cattiveria e violenza che esprimono. Facciamo tanti “in bocca al lupo” a Ebru Umar perchè possa essere liberata presto e tornare a casa. Preciso che sino ad ora i turchi nei Paesi Bassi sono sempre stati rispettosi nei confronti della nazione che li ha accolti, sin dalla prima generazione, che ha portato forza lavoro in Olanda. Purtroppo certe culture sono difficili da abbandonare o cambiare nella fase di adattamento. Non tutti si sono integrati, fra cui i fautori di Erdogan, i quali non ammettono che si offenda il loro presidente. Ovunque si trovino. A questo punto possono tornare a casa loro, è il pensiero del governo e dei cittadini olandesi che sono abituati a vivere in un Paese libero e democratico.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Altri miei articoli inerenti questo caso sono usciti la settimana passata in Italia sui quotidiani Avvenire e Libero.

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3 Responses to ““Puttana! Appena torni ad Amsterdam ti impiccheremo nel parcheggio dell’aeroporto”.”

  1. valentino scrive:

    Tutto il male risiede nell’indottrinamento religioso. Non si spiega perchè agli islamici viene inculcato di essere loro e solo loro (gli altri sono tacciati di infedeltà) i prediletti d’un Dio comune alle tre grandi religioni abramitiche. Il nome di Allah, purtroppo, viene usato per esercitare un potere che mira all’assoggettamento dell’intero Pianeta con ogni mezzo. L’unico sistema per limitare questa minaccia è il contrasto demografico. Tetto massimo di due figli fino alla 5^ generazione. Ovviamente noi laici dovremmo procreare di più.

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      Valentino, loro vogliono ” uccidere” gli infedeli, quelli che si rifiutano di seguirli nella loro fede. La loro vita non conta nulla e neanche quella dei loro figli che fanno saltare in aria, se necessario. Per non parlare di quella delle donne! Bisogna averne paura: non paura da vigliacchi per sottomettersi, ma paura intesa come sentore di pericolo. Un pericolo imminente, sempre più vicino.

  2. Elisa scrive:

    Concordo su tutto

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