Le donne sono deboli, anche nel cervello?

Al di là dei blabla sulla famosa parità, molti, in pectore, sono convinti che il cervello delle donne sia più debole.
Recenti ricerche condotte sull’Alzheimer hanno esaminato un gruppo di ultrasessantacinquenni sottoposti ad operazioni chirurgiche che prevedono anestesie (in genere ortopediche) e hanno osservato che, in seguito, i pazienti manifestano un peggioramento delle funzioni cognitive (rispetto a chi non ha subito operazioni), dovuto allo stress operatorio, cioè alla combinazione tra la chirurgia e l’anestesia. E le donne hanno un peggioramento più marcato rispetto agli uomini.
Si è constatato, inoltre, che il numero delle donne che si ammalano di Alzhaimer è superiore a quello degli uomini e così gli aspetti della gravità della malattia.

Contemporary Issues, 1° premio
Micah Albert
AT THE DANDORA DUMP
Nairobi, Kenya
3 Aprile 2012
Una donna si riposa nella discarica in cui lavora, raccogliendo materiale da riciclare per mantenersi. La discarica è vasta più di 1.400 ettari, e circondata da baraccopoli in cui vive circa un milione di persone. La donna ha spiegato di desiderare più tempo per sfogliare i libri che trova di tanto in tanto: «Così ho qualcos’altro da fare durante il giorno oltre a raccogliere spazzatura».

Ma allora il cervello delle donne è davvero debole?
Una rapida occhiata alle cronache passate e recenti sembrerebbe avvalorare questa tesi.
Salvatore Parolisi, uomo che nessuna donna sensata si augurerebbe di avere accanto (indipendentemente dalla verità legale che lo ha confermato assassino della moglie), ha ricevuto migliaia di lettere d’amore da ammiratrici, sulle quali sghignazza pure lui.
Ogni tanto tornano alla ribalta casi di donne acculturate che si prestano a giochi sessuali “estremi”, lasciandoci la pelle, tanto per compiacere il quarantenne libidinoso.
Martina Levato (studentessa bocconiana!) accettava di dividere con le amiche (bocconiane!) uno squallido esemplare di macho, il quale le aveva inculcato il concetto che l’uomo può fare quello che vuole mentre la donna deve mantenersi “pura”: per riconquistare la purezza la fanciulla non ha trovato di meglio che gettare acido in faccia agli ex !!

Ma la cultura non dovrebbe servire ad usare il cervello?
Allora il cervello delle donne è davvero debole? E lo è costituzionalmente o è incline a diventarlo?
Ho avuto modo di osservare la crescita e l’evoluzione di due nipotine e tre cuginette e non ho rilevato una loro inferiorità di partenza rispetto ai maschietti, anzi. Le bambine riuscivano sempre a stupirmi con una fulminea capacità di apprendimento e con ragionamenti centrati in cui interagivano pari merito la testa ed il cuore.

La zinnia, una pianta rustica, bella e molto resistente è stata proprio la prima pianta a fiorire, lo scorso novembre, nella Stazione Spaziale Internazionale. Come fiore potrebbe benissimo sostituire la mimosa come simbolo della festa della donna, per la sua robustezza e adattamento ad ogni circostanza ed…atmosfera!.

Ammetto però di aver notato, mentre crescevano, un progressivo appiattirsi, un costante adattarsi alla realtà ed al pensiero comune, una maggior dipendenza affettiva, anche se le migliori qualità critiche, in loro, non si sono mai sopite.
D’altra parte io stessa ho sperimentato sulla pelle e pagato di persona quanto la donna etica ma non adeguata ad atteggiamenti “femminini” (smorfiette, sbaciucchi e banalità verbali) sia disapprovata persino nell’ambito famigliare, per non parlare di quello lavorativo.

Che sia questa fatica di vivere “allineate” che ci consuma le facoltà intellettive e cognitive, questo bisogno di essere, anche malamente, amate? Purtroppo le cose non migliorano con l’affacciarsi dell’età della pensione: spesso la donna, stretta tra il peso delle incombenze domestiche e gli orari di lavoro, sogna il momento del pensionamento come una liberazione. Ma, appena fuori dalla schiavitù del cartellino da timbrare, si accorge ben presto che la società ha già bene in mente come riprogrammare il suo tempo.

Complice l’imperante giovanilismo che da un decennio buono pare occultare la mente di politici, giornalisti, opinionisti, le occupazioni che le sono riservate sono limitate alla cura dei nipotini, degli anzianissimi o degli indigenti parrocchiali. Per il resto ci si aspetta che viva di passeggiate, di corsi di cucina o di giardinaggio, di conferenze su argomenti ameni e poco tecnici (ascoltare, sorridere e battere le mani ), di chiacchere con le vicine, di cura “moderata” del fisico, mai scordare l’età…

Serra Cosmica. Non solo la zinnia ma, tempo fa, anche una pianta d’insalata, la lattuga rossa romana, è cresciuta (ed è stata mangiata) nella Stazione Spaziale Internazionale.

Se per caso avesse ancora in caldo qualche velleità lavorativa, qualche talento da esprimere, eh, allora la musica cambia…” Vuoi togliere il lavoro ai giovani? Ma perchè non ti diverti?” Insomma, l’attività è tollerata, la progettualità mai! Eppure sembra essere proprio quest’ultima che allontana la diminuzione delle facoltà intellettive: lo afferma anche l’inossidabile professor Veronesi.
E lasciatemi ancora dire che spesso ciò che contribuisce a spegnere la vitalità delle donne è il dover vivere accanto ad un uomo precocemente invecchiato, pantofolaio, tutto TV, pretese e prontintavola. E se si ritrovano vedove sono costrette a nascondere eventuali legami (magari con uomini più giovani, con i quali la voglia di vita piena possa finalmente allineare il passo), pena la riprovazione ed i rimbrotti di figli e nipoti.

Ma le citate ricerche sull’Alzheimer hanno anche individuato una già
sospettata verità: una buona base di istruzione protegge entrambi i sessi dal peggioramento cognitivo, ma il lavoro non impegnativo attenua il presidio dato dalla cultura: sono quelle particolari esperienze di vita che sviluppano abilità che permettono, nel corso della vita stessa, di irrobustire il cervello.
E mentre la scienza continua a cercar di fermare il declino cognitivo verso la demenza, ebbene, aiutiamoci fra donne a restare lucide, vivendo ed aiutando a vivere gli anni a rischio con piena qualità affettiva ed occupazionale, secondo le nostre migliori inclinazioni, al di fuori dai condizionamenti psicologici e sociali in agguato.

Elisa Prato

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2 Responses to “Le donne sono deboli, anche nel cervello?”

  1. Elisa scrive:

    Eila’ care cofanette, siete rimaste brasate? O ci state pensando, uomini e donne?

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