Sophie Scholl: un esempio di fede cristiana, coraggio e martirio contro la follia nazista.

Un’ immagine che ben rappresenta la “ malvagità umana”, adatta a questo articolo sulla pazzia nazista e su una giovane ragazza tedesca che fece di tutto per combatterla: “sperando che il mondo potesse fare a meno di guerra e violenza”.

Cari lettori,

ecco un bell’articolo del nostro più giovane collaboratore, Marco Capriotti, (24 anni). Molto interessante; non solo perchè Marco scrive bene e con profondità di pensiero, ma anche in quanto mi sono sempre chiesta con che animo i ragazzi pensino all’ olocausto, quali possano essere le loro idee su un terribile periodo della nostra storia, che hanno solo studiato sui libri. Questo articolo è la risposta. La risposta di un ragazzo che prende esempio proprio da una ragazza tedesca che all’epoca aveva 22 anni, Sophie Scholl; per farci capire che bisogna essere coraggiosi e non accettare mai la violenza, il sopruso, la cattiveria, le guerre, la malvagità. A costo di perdere la vita per combattere tutto ciò, come accadde a Sophie. La quale lottò contro il male, contro Hitler, ma senza mai far uso, a sua volta, della violenza. Ho letto questo pezzo tutto d’un fiato perchè ( e mi vergogno di ammetterlo), non conoscevo bene la storia di Sophie. Ne sono rimasta colpita. Come succederà anche a voi, ne sono sicura, nel conoscerla e nel riflettere sulle considerazioni fatte da Marco. Buona lettura!

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

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Sophie Scholl (9 maggio 1921 – 22 febbraio 1943.) Attivista del gruppo antinazista di ispirazione cristiana della “Rosa Bianca” ed emblema della ribellione non violenta al Reich.

Era il 1943, la guerra imperversava in tutta Europa: il mondo sembrava destinato a crollare in pezzi da un momento all’altro. La speranza faticava a germogliare in quel mondo infestato da macerie e morti. Ma non tutto era perduto: in alcune persone quel prezioso e fragile seme, che è la speranza, non andò distrutto ma riuscì a crescere rigogliosamente. Persino in Germania, preda della follia nazista, qualcuno sperava ancora; qualcuno credeva ancora che il mondo potesse fare a meno di guerra e violenza.

La giovane Sophie Scholl era una di quelle persone. Apparentemente, era l’esempio perfetto di quella che doveva essere la gloriosa gioventù hitleriana: studiosa, bella, di buona famiglia. Ma lei non era come tutti gli altri, no, lei aveva un segreto: aveva conservato la sua grande umanità. Non si era lasciata soggiogare dal veleno che fuoriusciva dalle bocche dei gerarchi nazisti, non si era bevuta le folli e megalomani idee di Adolf Hitler. No, secondo lei la Germania non poteva più continuare su quella strada: l’odio non doveva trionfare.

Fu proprio il suo forte desiderio di ribellione a spingerla, nel 1943, ad unirsi ad una “società segreta” chiamata la “Rosa Bianca”, composta dalla stessa Sophie, da Hans (il fratello di Sophie) e da altri loro conoscenti, tutti uniti dalla fede cristiana e dalla convinzione che la follia di Hitler dovesse cessare. Sophie, fin da bambina era stata abituata, insieme ai suoi fratelli, a pensare con la propria testa: suo padre era un uomo di grande cultura (era stato sindaco di Forchetenberg am Kocher) e la sua influenza fu molto importante sia per la stessa Sophie che per i suoi fratelli; la sua famiglia, inoltre, teneva in grande considerazione il messaggio di pace contenuto nel vangelo; Sophie era molto credente, e la mortificazione dei valori cristiani, da parte del regime, per lei risultò intollerabile.

Sophie Scholl

Le attività della “Rosa Bianca” prevedevano la sensibilizzazione delle persone attraverso dei volantini che denunciavano i crimini del regime nazista. All’inizio non furono scoperti: si limitavano a spedire i volantini, sigillati in delle lettere, ad indirizzi scelti a caso. Tutto cambiò il 18 Febbraio 1943: quel giorno, Hans e Sophie distribuirono i volantini all’interno della loro università, a Monaco. Purtroppo, mentre spargevano i volantini vennero scoperti e arrestati. Nei giorni successivi furono sottoposti ad estenuante interrogatori, durati ben quattro giorni, per verificare quanto fossero coinvolti nella distribuzione e nella stesura di quei volantini.

Alla fine, purtroppo, dopo essere stati processati, Sophie, Hans e altri membri della “Rosa Bianca” furono incriminati e condannati a morte per alto tradimento. Nemmeno durante il processo Sophie si mostrò impaurita o tentennante, anzi, davanti ai giudici esibì un atteggiamento fiero e coraggioso: basti pensare al modo in cui Sophie rispose alle domande dei giudici, che le chiedevano se lei si fosse pentita di aver seminato idee così oltraggiose e sconvenienti. Ovviamente non si pentì affatto, e disse loro che credeva di aver fatto la cosa migliore per il popolo tedesco e per tutti gli uomini, e che era pronta ad assumersi la sua pena.

Nonostante l’effimera vittoria del regime, che è costata la vita ai giovani della “Rosa Bianca”, le loro idee sono rimaste impresse. Quel prezioso germoglio di speranza non è stato annientato ma ha continuato a fiorire ed è riuscito ad oltrepassare le rigide barriere del tempo: la testimonianza del loro incredibile coraggio è ,infatti, giunta fino a noi e questi giovani sono stati – e continuano ad essere-d’ispirazione per molte persone; un esempio lampante è il film uscito nel 2005, “La Rosa Bianca” di Marc Rothemund, che racconta gli ultimi giorni di vita di Sophie: a partire da quel famoso 13 Febbraio fino alla condanna a morte. La foto qui sotto rappresenta una scena del film.

Il film ha ricevuto molti premi prestigiosi anche se, purtroppo, non ha avuto la risonanza mediatica che meritava.
Il messaggio di Sophie non deve essere sminuito o sottovaluto ,anzi, dovrebbe acquistare ancora più valore nella società odierna sempre più soggetta ad una vera e propria “desertificazione” di valori e ideali e che riguarda soprattutto le nuove generazioni sempre più smarrite e disorientate. Uno smarrimento che, in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, non possiamo più sottovalutare: non dobbiamo permettere che le coscienze, soprattutto dei più giovani, si sopiscano, cessino di “parlare”.

No, dobbiamo sempre lottare, tutti, per la nostra libertà individuale, per salvaguardare la nostra fede o i nostri valori, per vivere in un mondo, possibilmente, migliore. Non dobbiamo permettere che persone malvagie e senza scrupoli abbiano la meglio. Non dobbiamo permettere che il terrore, le minacce di guerre incombenti ci facciano vacillare. In quei momenti dobbiamo tenere a mente esempi come quello di Sophie: di giovani che lottano per il proprio futuro, di giovani che denunciano il marcio presente all’interno della società e tentano, anche con piccoli mezzi, di debellarlo. Non dimentichiamo, quindi, il valore della memoria, teniamo a mente gli esempi virtuosi affinché quel piccolo seme che è la speranza non muoia.

Marco Capriotti

MARCO CAPRIOTTI:
ha 24 anni, si sta laureando in scienze politiche e vive nelle Marche, a Grottammare. Ama i gatti, il cielo stellato, la musica e la letteratura.

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One Response to “Sophie Scholl: un esempio di fede cristiana, coraggio e martirio contro la follia nazista.”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Ciao Marco, rieccoti con un altro bellissimo articolo, scritto con maestria, ma soprattutto col cuore. Conosco la storia e il coraggio di Sophie Shcoll, ho visto il film, molto bello. Non ha avuto una grande risonanza, come sempre, quando il soggetto è serio e importante….
    Mi auguro che il tuo “grido” di giustizia, forza di combattere per una giusta causa e coraggio, venga accolto dai nostri giovani con lo stesso entusiasmo !
    Grazie Marco !

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