La misteriosa scomparsa di Vittorio Missoni. Intervista al giornalista Salvatore Giannella, suo amico: troppi punti oscuri.

Vittorio Missoni con la sua compagna ed i suoi amici prima della partenza.

Errore umano, inabissamento per blocco contemporaneo dei due motori, oppure dirottamento da parte di ladri di aerei…Si sono fatte molte ipotesi sulla scomparsa di Vittorio Missoni, figlio maggiore di Ottavio e Rosita, grandi firme del made in Italy. Come è noto l’aereo su cui Vittorio viaggiava, un piccolo bimotore Britten-Norman Islander, è “ sparito” il 4 gennaio scorso dopo il decollo dall’aeroporto di Gran Roque, paradiso vacanziero del Venezuela. Con lui c’erano la compagna Maurizia Castiglioni e i due suoi amici, Elda Scalvenzi e Guido Foresti. Erano diretti a Caracas per tornare in Italia. Le autorità venezuelane da subito hanno parlato di una disgrazia, della possibilità che il velivolo si sia inabissato a 2.000 metri di profondità.

Lo scrittore e giornalista Salvatore Giannella, amico di Missoni, che non crede all’ incidente tecnico.

Eppure c’ è una persona che non la pensa in questo modo. Salvatore Giannella, scrittore e giornalista, ex direttore di testate di rilievo come Airone e L’Europeo, tra le principali firme del settimanale Oggi. Una ricca esperienza di giornalismo investigativo alle spalle, espressa anche nella pubblicazione di libri di grande spessore e interesse culturale. Salvatore Giannella è amico da tempo della famiglia Missoni e aveva incontrato proprio Vittorio a pranzo poco prima della sua partenza per l’arcipelago di Los Roques.

Perchè ha preso la decisione di intervenire pubblicamente sulla scomparsa di Vittorio Missoni? Quando ci siamo parlati Lei ha usato un termine che mi ha molto colpita: notizie intossicanti.
Perché un giornalista non va mai in pensione. Nella ricostruzione della vicenda ho trovato più di una decina di spiegazioni non convincenti, dal tracciato del volo dell’aereo scomparso (rivelatosi falso: invece di 30 gradi sud est, come indicava un organismo non governativo, ai radar governativi l’hanno collocato dopo due settimane a 13,2 gradi ovest, cosa che ha portato a ricerche in un tratto di mare completamente sbagliato e a perdere giorni preziosi) agli squilli dei cellulari degli scomparsi che, se fossero in fondo al mare, non avrebbero potuto suonare e addirittura far scattare la segreteria telefonica. Per non parlare delle testimonianze sul fulmine mai esistito, sul quinto passeggero mai esistito o sul copilota che cambia nome nel giro di poche ore. E il silenzio totale da parte delle autorità su 67 aerei scomparsi o rubati negli ultimi anni in quel Paese da guerriglieri o narcotrafficanti …Insomma, c’erano le impronte di quella che si chiama “intossicazione” informativa, o disinformazione, per chiudere le ricerche all’ottavo giorno, come prevedono i trattati internazionali, e seppellire il tutto in un silenzio normalizzato senza gravi danni all’industria del turismo venezuelano. Tutto questo mi ha spinto a intervenire con una serie di servizi su Oggi: sul numero di domani elenco tutte le anomalie, con la tecnica del vero e falso…

Il bimotore su cui Vittorio Missoni si trovava con la compagna e i suoi amici, un Islander di fabbricazione britannica, era vecchio (del 1968) e sembra pure malandato. Inoltre ci sono dubbi anche sulla professionalità del pilota, che oltretutto aveva 65 anni..Perché non crede alla possibilità di incidente tecnico o errore umano?
Perché anche nella data di fabbricazione dell’aereo c’è una inesattezza: quel modello aveva esordito sul mercato nel ’68, ma quel velivolo in particolare era datato 1980 e aveva avuto numerosi ammodernamenti. Tanto che il dirigente di una società di forniture per aerei (Eugenio Zanzi, della romana Biofly), che aveva volato due settimane prima di Vittorio su quello stesso aereo e con gli stessi piloti, ha dichiarato che le apparecchiature a bordo era “ridondanti, moderne e funzionanti”.

Lei ha dato la notizia che il telefonino di uno degli amici di Vittorio ha lanciato segnali di vita anche dopo la scomparsa del velivolo. Come ne è venuto a conoscenza?
Dalla famiglia Missoni. Mi avevano accennato a queste telefonate fatte da un amico di Vittorio, Renato Della Valle, un immobiliarista e campione di offshore, due giorni dopo la loro scomparsa. Un particolare che, unito ad altre anomalie telefoniche di questa caso e anche dell’aereo svanito con otto italiani a bordo nel 2008, avrebbe potuto indirizzare gli inquirenti su strade precise: ma si è perso tempo e la pista telefonica pian piano si è affievolita. E anche sulla professionalità del pilota sono state dette bugie ingiuste: Hernan Marchan, il capitano dell’aereo noleggiato da Missoni, era un vecchio lupo dell’aria con 18 mila ore di volo. Aveva 72 anni, e non 65. In base a un documento ufficiale dell’Inac (Instituto Nacional de Aeronautica Civil, certificato n. 1.1654.271, recuperato da Oggi, Marchan aveva l’idoneità psicofisica a volare, addirittura con velivoli di maggiore potenza come i DC3, fino a maggio 2013.

Crede quindi nella possibilità che siano ancora vivi?
Io credo, con la famiglia Missoni, che si debbano cercare delle persone, non dei relitti. E che si debba cercare la verità, non ipotesi fumose. Per rendere giustizia a famiglie che sono in attesa di sapere dove sono finiti i loro cari, ma anche per alzare il livello di sicurezza di chi viaggia (e sono decine di migliaia ogni anno) in quella parte del mondo, oggi tanto ricca di misteri che, non io ma altri, hanno battezzato come il nuovo triangolo delle Bermude.

Lei, nella Sua lunga e felice carriera di cronista e scrittore, si è occupato spesso di giornalismo investigativo: ha ” risolto” altri casi del genere?
Risolto è una parola grossa. Diciamo che, con il mio lavoro di scavo, ho contribuito ad aiutare spesso gli inquirenti e i lettori ad avvicinarsi alla verità.

La famiglia Missoni è molto stimata nel campo della moda, sia come stilisti che dal lato umano.

Che persona è Vittorio Missoni? Nel vostro ultimo recente incontro, prima di partire, Le aveva parlato del viaggio che stava per intraprendere?
Una persona mite e solare, che unisce il rigore dell’imprenditore con i colori di una vita normale e non appariscente. Che aveva una grande passione per il mare e per la pesca d’altura: è questa passione che l’ha portato in quel lontano paradiso vacanziero.

A quanto mi risulta il fratello di Missoni, Luca, pensa che si sia trattato di una disgrazia. Come ha reagito alla Sua intervista televisiva alla Vita in diretta e agli articoli e che lei sta pubblicando sul settimanale Oggi e su Oggi.it?
Luca Missoni, che è anche un sicuro pilota di aerei, ha seguito per i primi 15 giorni le tracce indicate dalle autorità venezuelane che lo portavano sulla pista dell’inabissamento. Adesso è tornato a Sumirago sulle colline di Varese, dove hanno sede casa e azienda familiare, e in attesa che la nave americana Deep Sea a inizio febbraio, con il suo batiscafo per ricerche sottomarine ad alta profondità svolga la ricerca sui due aerei scomparsi nel 2008 e il 4 gennaio scorso, ha lasciato a Caracas un presidio Missoni per cercare spiegazioni alle anomalie che possono portare ad altri risultati.

Non reputa di dare forse un’ illusoria speranza alla famiglia di Vittorio?
No, la famiglia Missoni e tutte le altre famiglie coinvolte, che sono italiane e anche di altre nazionalità, hanno diritto di sapere che cosa è successo ai loro congiunti e di vedere impegnate le autorità venezuelane fino al raggiungimento della verità sulla scomparsa e sul destino dei loro cari: naufraghi o, sperabilmente, ostaggi.

Maria Cristina Giongo
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5 Responses to “La misteriosa scomparsa di Vittorio Missoni. Intervista al giornalista Salvatore Giannella, suo amico: troppi punti oscuri.”

  1. lorella scrive:

    Spero con tutto il cuore che un giorno la verità possa colmare il vuoto nel cuore di tutte le famiglie che hanno perso un loro caro … è un’esistenza impossibile per loro , una continua tortura psicologica , un dubbio che è il dolore più atroce che un essere umano possa subire …., la famiglia che è scomparsa lo stesso giorno di qualche anno fa abita non molto distante da me , non li conosco ma spero che un giorno possano avere un pò di pace , la pace dell’anima , la verità si accetta ed è l’unico modo per continuare ad esistere ….la ringrazio dal profondo del mio cuore per quello che sta facendo signor Salvatore !!!!!!! un abbraccio a te Cristina !!!!!

  2. maria cristina giongo scrive:

    Grazie, cara Lorella, per l’ espressione dei tuoi bei sentimenti, condivisi con noi!

  3. lorella scrive:

    Auguro al dottor Salvatore Giannella che le sue ricerche possano dare speranza a tutte queste persone , scusandomi se nel commento precedente l’ho involontariamente chiamato signore , l’emozione di queste vicende così oscure mi commuovono molto !!!

  4. Elena di Buenos Aires scrive:

    Cari amici…leggo questo articolo, e sento una grande angoscia…certo che si sono delle cose che non hanno spiegazione… mah come abito nella America latina, posso dire che qua puo accadere qualsiasi cosa…a volte sembra che ci troviamo alla deriva, la politica sporca lo rovina tutto…non credo che sia questo soltanto un incidente casuale..i colpevoli sono i governanti che non fanno nulla. Volese il cielo che arrvasse la pace a questa famiglia…un saluto cordiale.

  5. maria cristina giongo scrive:

    Grazie, cara Elena, hai ragione! Grazie per il tuo commento e coraggio!
    Anche in Italia siamo messi piuttosto male, se questo può consolarti….

    Anch’ io continuo a sperare….

    Cari saluti

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