L’ uomo elefante.

Tempo fa vi parlammo dell’uomo albero, raccontandovi la triste storia di un uomo indonesiano di 37 anni, Dede Kosala, a cui una rara forma di tumore aveva fatto crescere sulle ossa dei piedi e della mani delle protuberanze a forma di radici, tanto da farlo sembrare un albero. Dopo varie operazioni possiamo dirvi che sta bene e che lavora nei campi del paese dove è nato. Nel sito ScuolaZoo abbiamo trovato la notizia di un’altro giovane nato con una malformazione che gli ha cambiato l’aspetto fisico.

Questa volta si tratta di un indiano di 26 anni, soprannominato l’uomo elefante, in quanto a causa di un tumore facciale gli è cresciuta una specie di orecchia gigante che richiama quella del pachiderma. Pure lui, come l’uomo albero, è figlio di povera gente ma ora ha trovato un professore che gli ha promesso di operarlo il più presto possibile.

Anche il bambino nato con 4 mani e 4 braccia in un piccolo paese del Nepal (di cui abbiamo anche scritto sul Cofanetto Magico) sarà operato a breve. Nel suo caso la storia ha dell’incredibile in quanto viene adorato come la reincarnazione del Dio Ganesha; sin dal momento della sua nascita la sua casa è diventata meta di pellegrinaggi. Secondo la religione induista, Ganesha è una delle divinità più conosciute e venerate. Viene rappresentato con una testa di elefante con una sola zanna, il ventre pronunciato e 4 braccia.

A questo punto non ci resta che sperare che i vari interventi chirurgici a cui dovranno sottoporsi andranno bene per poter continuare la loro vita “da essere umani”. Purtroppo a volte la natura va…in tilt e genera simili “errori” che diventano degli “orrori”.

Ecco il motivo per cui, invece di buttare via i soldi per pagare stipendi da favola a gente dello spettacolo o a politici, una parte di queste cifre si dovrebbe devolvere alla ricerca scientifica per sconfiggere o meglio curare tante terribili anomalie e malattie.

Come nel caso dell’uomo albero anche adesso abbiamo preferito di non pubblicare la foto di questo ragazzo deforme per rispetto verso di lui e verso le persone sensibili. Abbiamo scelto l’immagine di un elefante in catene, che richiama l’ idea della prigionia ( nel proprio corpo). D’altra parte ai fini della notizia che abbiamo dato, con lo scopo preciso di far riflettere sulla necessità di investimenti nel campo della medicina, la foto di queste povere creature non è necessaria.

Maria Cristina Giongo
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