La storia di Bruno, il “Superdisoccupato”

L’idea di realizzare questa intervista mi è venuta leggendo l’edizione on line del quotidiano “La Repubblica” del giorno 4 Marzo.

Il titolo “Storia di Bruno, il Superdisoccupato” ha fatto soffermare d’istinto la mia attenzione ed ho avidamente letto l’articolo che ha destato in me un misto di tenerezza e rabbia.

Tenerezza in quanto si tratta della storia triste di Bruno, un disoccupato di 37 anni, separato, con una bambina che vive con la moglie.

Bruno vive a Concorezzo (Monza), ha lavorato come grafico e poi ha fatto l’operaio dopo aver frequentato studi classici; la sua situazione è venuta alla conoscenza di tutti tramite i suoi appelli, scritti peraltro benissimo, sulla sua pagina personale di Facebook. Nel 2007 ha perso il lavoro ed è piombato nel pieno della crisi.

Il sentimento di rabbia invece è dovuto al fatto che la nostra amata nazione ormai vive solo di proclami e spot senza riuscire a realizzare una vera politica a favore dei giovani disoccupati e di quelli non più giovani che lo sono dìventati essendo stati investiti in pieno dalla crisi, alle prese con una precarietà che non è più solo lavorativa ma che investe tutti gli aspetti della vita quotidiana; inoltre vivendo nel Sud, ben conosco i problemi della mancanza di lavoro che porta molti giovani ad intraprendere una strada sbagliata.

Ritornando a Bruno, l’ho subito contattato e con estrema cortesia mi ha concesso la seguente intervista che ritengo essere una denuncia, ma che contiene delle parole di fiducia per coloro che sono nelle stesse condizioni.

Va la propongo cosi’ come è venuta, nel mio stile di non giornalista ma di persona a cui piace scrivere:

R.Grazie Bruno per la tua disponibilità, come molti non conoscevo la tua storia e leggendo l’articolo su Repubblica mi sono davvero incuriosito, anche se il termine incuriosire non lo reputo giusto; diciamo che avevo davvero voglia di conoscerti…Chi è Bruno “il Superdisoccupato” ? Che studi hai fatto ? Parlaci di te.

B.Grazie a te per la disponibilità Roberto!
Sono una persona come tante, che ha fatto un percorso di vita normale, con una conclusione altrettanto scontata, cioè trovarsi senza lavoro.
Vengo dal liceo classico, più una frequentazione dell’università, lettere moderne, che però non è mai sfociata in una laurea.
Ero un creativo, fin da bambino, e così, raggiunta l’età per sfuggire alle ire paterne, ho deciso per me stesso di sobbarcandomi tutte le conseguenze.
Ho studiato da grafico, quando ancora il windows si chiamava “93”, poi come fumettista, in quel di milano…

R.Raccontaci la tua vita “normale” fino alla perdita del lavoro che ti ha condotto in questa situazione attuale

B.Diciamo che la mia vita è cambiata spesso, drasticamente, a volte, in più occasioni…
Dapprima, per poter affrontare un matrimonio ( che di per sè è già un gran cambiamento) ho dovuto abbandonare l’idea di vivere da creativo.
Facevo l’operaio, nelle celle frigorifere della Galbani prima, dell’Esselunga poi, sempre per conto di cooperative servizi, senza contare che venivo spostato spesso e volentieri per colmare la carenza di personale, non solo da un reparto all’altro, ma anche da ditta a ditta, dovendo parecchie volte imparare da zero lavori nuovi…
Poi una drammatica confluenza di eventi: le ginocchia che mi cedono per lesione al legamento crociato destro e la crisi. Il tutto condito dal cinismo dei datori di lavoro; e dopo tentativi vari, eccomi qui…

R.Hai purtroppo avuto anche una dolorosa separazione familiare che ha contribuito a peggiorare la tua situazione attuale. Come e dove vivi ora ?

B.Il mio divorzio in fondo non ha avuto gravi conseguenze…Casomai direi il contrario!
E’ stata la mia vita lavorativa ad avere un peso sulla riuscita del mio matrimonio…della serie: non esiste mai la realizzazione del detto “due cuori e una capanna”, almeno di questi tempi è parecchio raro. La coppia scoppia, e se c’è crisi scoppia di più…
Tutte le implicazioni e i dettagli sono solo la ciliegina sulla torta…
Con la mia ex moglie, tra alti e bassi, mantengo tutto sommato un ottimo rapporto, anche lei è disoccupata e fatica non poco per vivere, con l’unico vantaggio che è tornata ad abitare dai suoi genitori.
La cosa più brutta attualmente è non poter vivere con e per mia figlia; nel senso, non poter dare a lei quel che merita e poterla vedere ogni giorno...sarebbe la fine per quella povera creatura. Adesso vivo da solo.
Ma anche quando ero sposato in fondo vivevo anche da solo…
Come vivo?
Stentando, tantissimo.
se non fosse stato per le donazioni spontanee a quest’ora chissà dove sarei…

R.Per cercarti mi sono avvicinato a Facebook in quanto era l’unico mezzo per poterti contattare. Quanto è importante per te poter scrivere le tue sensazioni attraverso questo strumento ?Che persone hai trovato lì ?

B.Per me più in generale è stato proprio internet a darmi uno spiraglio, una speranza, un qualcosa in più che normalmente non trovi.
Non tanto per la gente che si è messa a disposizione con donazioni spontanee e solidarietà, quanto per la possibilità di poter esprimere pubblicamente certi sentimenti e poter gridare un disagio, che non è solo mio purtroppo, senza vincoli di alcun tipo.
Poi, si sà, narrare se stessi alle volte può fare l’effetto di uno specchio.
Nel mio caso di una doccia gelata…Recuperi lucidità e ritrovi te stesso, proprio per questa sorta di “terapia”.
Raccontare agli altri include per forza di cose l’ammissione dei propri sbagli e dei propri limiti.
Lo consiglio vivamente!
Certo, se poi non ti ascolta nessuno devi anche essere disposto a cambiare strategia.
Personalmente non ho mai amato i monologhi.
All’inizio è stato difficile, ma poi, provando e riprovando, qualcuno ha teso l’orecchio!

R.Con enorme dignità tu chiedi sostegno per trovare un lavoro che possa restituirti la dignità; ma non hai mai chiesto aiuti economici o simili, nonostante mangi raramente (nell’intervista leggo che : “oggi si farà un piatto (un etto) di spaghetti……..ma ieri non ha mangiato”) e la Caritas ti ha sospeso il buono da 25 euro ogni 3 settimane perché non risiedi nel comune di Concorezzo (Monza-Brianza) dove abiti. Se vuoi, te lo dico con grande sincerità, puoi comunicare in che modo coloro che vorranno possono darti una mano economicamente.

B.No, no, questo lo faccio, se capisco che la persona è in grado davvero di aiutarmi, solo privatamente…ma non sempre.
La compassione se si toccano le corde giuste può muovere chiunque…ma bisogna anche capire che tipo di peso potrà avere per le tasche di quella persona che si fa avanti.
Io vivo con poco ormai da tanto tempo; e non voglio levare niente a nessuno.
Voglio solo quel che mi spetta di diritto: e che è sancito dalla costituzione.
Un principio che è anche legge, non solo punto di partenza.
Ad esempio, voglio dirla semplice: è la legge che ti obbliga a pagare le tasse, giusto?
A prescindere che ci sia crisi o meno, tu le paghi…perfetto, allora dovrebbe essere lo stesso pure sul diritto e dovere di lavorare e contribuire; è solo questo che voglio. Semplice, vero? (ironico)

R.Non hai grande facoltà di scelta, ma che lavoro sai e vuoi fare? Leggevo tra i post di Facebook che hai un progetto relativo a delle magliette: di cosa si tratta ?

B.Attualmente è un progetto che grazie a delle carissime amiche conosciute su facebook stiamo studiando per aggirare il problema disoccupazione e creare una piccola impresa…E più che altro un’iniziativa. Vediamo dove porta…


R.Oltre che Facebook hai anche un Blog con cui comunichi, segnalaci il nome e dimmi: in che modo le persone si avvicinano a te?

B.Posso dirti come faccio a portare i miei post alla conoscenza di più persone. Ma io comunque non faccio testo, esistono blogger più eperti di me che riescono a a diffondere veramente tanto ciò che scrivono. Io sono un poppante…
In genere scrivo il post, mi cerco un’immagine che renda subito l’idea e lo condivido su Ok notizie, poi sulla mia pagina facebook.
In genere, il grosso delle discussioni poi avviene lì, dove spesso e volentieri il link viene condiviso e diffuso.
Poi arrivano le richieste di amicizia.
Inoltre, copio-incollo il testo del post e lo mando a tutti i contatti della mailing list.

R.Meraviglioso è un tuo messaggio pubblicato il giorno 8 marzo:
“parlando di cose serie…….solo oggi, dopo mesi e mesi ho potuto comprare il mio primo “Mocio Vileda per pulire il pavimento… Prima andavo avanti con un vecchio straccio alla meno peggio. Meraviglie del consumismo!” Mi hai davvero fatto riflettere su tutte le banalità e gli eccessi senza cui non sapremmo vivere !!!

B.E’ vero! rileggendolo io stesso mi son reso conto di quanto la vita può buttarti in basso, così lentamente che a volte non te ne accorgi.
Il mocho al momento è il mio trofeo, un po’ come l’auto dei sogni del pensionato che si spara il Suv in contanti con la liquidazione…ehehehe

R.Anche la televisione si sta interessando a te. Parteciperai a Mattino 5 su Canale 5 e poi sicuramente ad altre trasmissioni. Non conosco il mondo televisivo ma spero solo che possa davvero esserti utile e non diventare uno dei tanti casi da dare in pasto ad opinionisti e tuttologi famelici e sterili…..

B.Per fortuna, da questo punto di vista, almeno per il momento, l’esposizione mediatica è stata rimandata.
Sono stato contattato, è vero, ma all’ultimo momento sono sorti problemi di scaletta o di programmazione, così mi hanno detto…
Beh, meglio così forse…Probabilmente dopo un’apparizione in tv qualche benpensante avrebbe urlato che ho fatto tutto ciò per mettermi in mostra e basta.
La disoccupazione è una cosa seria, la miseria è una cosa seria, e quello che sta succedendo attorno a me non può perdere di credibilità solo perchè in tv hanno bisogno di carne fresca da esporre.
Se ci sarà la possibilità andrò, ma non sarò da solo, porterò con me qualche altro “superdisoccupato”.

R.Ora ti chiedo l’ultima cosa di questa semplice intervista tesa a farti conoscere dai nostri lettori e magari avvicinarti a coloro che possono offrirti un lavoro. Sembrerà paradossale…ma solo tu puoi offrire parole di fiducia a coloro che sono nella tua situazione attuale; in questa Italia devastata dalla crisi (anche se sembra che non si possa dire……..)

B.Io credo che a questo punto le mie parole non dovrebbero andare verso i miei fratelli di sventura, ma agli altri fortunati detentori del biglietto vincente…Le parole spesso non confortano, perchè non si mangia d’aria.
D’altronde non esiste una flebo di coraggio o di fiducia in se stessi.
Siamo tutti potenziali disoccupati…che nessuno abbia la sfrontatezza di esibire sicurezze e proclami, perchè oggi nulla è certo.
Per nessuno.
I governi cadono, le banche chiudono, le aziende, grandi e piccole, falliscono.
Non c’è distinzione di razza, di sesso, di colore politico, di religione o cultura. La disoccupazione, intesa come fallimento, può colpire chiunque.
E’ bene che ci si renda conto di ciò.
Essere stretti l’uno con l’altro può davvero diventare una risorsa.
Capirci, venirci incontro, e smettere di litigare.

Cari lettori del Cofanetto, che dire…credo solo che avere una dignità come quella di Bruno sia un dono molto importante e chiunque voglia scrivergli può farlo commentando il seguente articolo. Oppure visitando la sua pagina Facebook.
Ma non dimetichiamoci di aiutarlo………e di aiutare coloro che sono nella sua condizione!

Roberto Pagano
Chi sono

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3 Responses to “La storia di Bruno, il “Superdisoccupato””

  1. emanuela scrive:

    che tristezza… ormai siamo alla frutta….
    si studia fino a 30 anni
    si lavoro nel precariato fino a 40
    e quando un lavoro una persona se lo meriterebbe ci si sente dire che ormai si è troppo vecchi!!!
    chi arriva into ai 35/40 anni senza un lavoro sicuro non è che abbia una grande offerta di trovare un lavoro stabile e la colpa di certo non è dei giovani, bensì di chi permette di farli studiare fino ai 30 e delle istituzioni che leggiferano in maniera non corretta! sembra che a nessuno interessi che dare lavoro è la base per una nazione solida. chi lavoro, spende e il giro did enaro è un fattore positivo per l’economia!
    io non sono un genio ma non mi ci è voluto tanto per capire che il precariato porta solo crisi.
    io penso che quei famosi contratti di lavoro fatti anni fa da quei ministri “intelligentoni” hanno basato i primi matton i di questa crisi che stiamo vivendo. senza sicurezza economica non si va da nessuna parte!

    • bruno il superdisoccupato scrive:

      assolutamente d’accordo con te Emanuela, e aggiungerei altri mille motivi per lamentare una situazione al limite come quella che stiamo vivendo, ma preferisco adoperarmi per fare qualcosa di pratico…
      un abbraccio, restiamo uniti!!!

  2. Emanuela scrive:

    sì hai ragione Bruno, dobbiamo solo stare uniti ed impegnarci ognuno nel nostro piccolo per affrontare al meglio questa situazione.
    ti auguro tanta fortuna per il tuo futuro e soprattutto non arrenderti sia per te che per tua figlia …..

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