Il crocifisso

mani dal crocifisso

Il tema d’attualità di questo mese è la sentenza della Corte Europea di Strasburgo che ha ingiunto di levare i crocifissi dalle aule pubbliche e statali, in un Paese dove la religione cattolica è sempre stata considerata (prima per legge poi di fatto) una religione di stato.

La cosa più scandalosa e sconcertante è che ancora una volta se ne è fatta una questione politica. Mentre si tratta di un culto; di professione delle proprie credenze, di cui il crocifisso è un punto di riferimento molto importante.

Non dimentichiamo che in Italia sono state costruite ben 800 moschee. Un segno di gran rispetto per un’altra cultura e religione, in un Paese dove comunque ognuno è libero di credere o non credere in Dio. Laici, atei, ma anche cultori di altre fedi hanno sempre potuto confrontarsi ed esprimere le proprie idee come e quando lo volevano. Sia attraverso la letteratura, che i giornali e i mezzi televisivi. E anche attraverso il loro stile di vita.

Quando il Papa pone delle regole e l’accettazione di dogmi in nome della Chiesa cattolica, ovviamente lo fa per i suoi seguaci; non per gli atei. Al limite sono i cattolici che devono contestarle in caso di dissenso (vedi l’assurda proibizione del preservativo come mezzo anticoncezionale).

Detto questo, che male c’è ad appendere un crocifisso in una scuola, in un’aula pubblica? Che disturbo può arrecare quel….”povero Cristo” (nel vero senso della parola) che ci ricorda le nostre origini cattoliche? Che ci ricorda soprattutto la sofferenza umana di un uomo calpestato nei suoi diritti, nel suo amore profondo per l’umanità, che professava con passione, credendoci lui stesso per primo; sino ad immolarsi sulla croce come ultima, suprema testimonianza di tale amore.

In questi giorni abbiamo assistito a parecchi dibattiti televisivi in cui si è discusso di tutto tranne che di questo fatto fondamentale: proibire il crocifisso in luoghi pubblici è un sopruso, è chiedere ad un popolo di rinunciare alla sua identità, ad una cultura atavica, storica.

Se non possiamo pretendere che una donna musulmana si levi il copricapo o rinunci al burga nel nostro Paese (dove non si usa), perchè chi viene liberamente a vivere da noi non deve accettare i nostri costumi? Chi non ci crede dovrebbe vedere il crocifisso un po’….come “il nostro burga” (mi si perdoni l’eresia); simbolo di qualcosa in cui crediamo profondamente, immagine di un uomo che ha lottato senza armi, senza bombe, senza attuare stragi e arrecare danni, per una vita migliore di amore e fratellanza. E questo vale anche per i laici, atei, buddisti, ecc.

In Olanda, dove vivo da 27 anni, ci sono più moschee che chiese; gli olandesi hanno aperto le porte a tutte le culture, si sono messi da parte a favore della tolleranza, della libertà di professare la propria fede e il modo di vita preferiti. Un ottimo esempio di democrazia: peccato che ora i cittadini si siano resi conto che aprire le frontiere a tutti ha costituito una vera e propria “invasione”, che ha creato non pochi problemi. Si sono dovute costruire non solo moschee ma anche scuole per i bimbi musulmani; e poi speciali comunità, negozi. Inoltre si sono elargiti sussidi che hanno impoverito la nazione.

Quello che avrebbe dovuto costituire “soltanto” un atto di ospitalità, a volte di pietà, di confronto attraverso la diversità, nel pieno rispetto reciproco, si è rivelato un impegno a senso unico: in quanto gli ospitati non hanno mai avuto e mai avranno l’intenzione di integrarsi. Come nell’amore, non si può sempre e solo dare…dare…Dare all’infinito, sino a sfinirsi. E’importante anche ricevere; e ottenere la stessa possibilità di dialogo e di riguardo attuata nei confronti degli altri.

In Italia (come in Olanda), si è accettato di tutto e di più. Si sono aperte le braccia ad altre culture, modi di vita, sessualità e credenze. “In cambio” adesso ci chiedono di levare un simbolo di devozione che da sempre fa parte della nostra cultura e fede. E, lo ribadiamo, non si tratta di un emblema politico, come per esempio la croce uncinata, testimonianza di odio razziale.

Si tratta di un’immagine che ricorda il senso della vita e di un percorso di vita attraverso l’amore per gli altri. Quella croce ce la portiamo tutti sulle spalle, ogni giorno: poveri e ricchi, buoni e cattivi…laici, atei, cristiani e musulmani. In attesa e nella speranza della risurrezione in un mondo migliore: dove forse e finalmente saremo completamente felici, uniti nella pace universale.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

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8 Responses to “Il crocifisso”

  1. Vilma scrive:

    Da laica, sono tuttavia d’accordo con te sul valore emblematico del crocifisso, simbolo certamente religioso, ma soprattutto testimone di identità e di appartenenza ad una cultura millenaria che nessuna nuova integrazione ha il diritto di annullare né inquinare. Paradossalmente, con lo stesso spirito in futuro ci potrebbero chiedere di modificare la bandiera nazionale, aggiungerci magari qualche mezzaluna, per significare l’avvenuta globalizzazione della nostra repubblica. Personalmente sono contro ogni forma di omologazione delle culture ed a favore delle differenze, è la diversità che manda avanti il mondo, non l’appiattimento su posizioni buone per tutti.

  2. Bianca scrive:

    Bella e intelligente riflessione quella di Cristina, altrettanto la risposta di Vilma.

    Buon ponte!
    B.

  3. Piero scrive:

    Premetto che non sono cattolico praticante,ma sul crocifisso mi sento cattolico… al 100 %.
    Non vedo IL perchè lo si debba togliere da un’aula scolastica o da una stanza d’ufficio solo perchè potrebbe urtare la sensibilità di qualche musulmano…. voi siete mai andati a casa loro ? avete mai visto togliere un quadro di maometto solo perchè potrebbe urtare la sensibilità di qualche cristiano?
    Ma fatemi il piacere… e la scusa del razzismo non regge più..! qui non si tratta di razzismo,ma di libero arbitrio… se non ti sta bene te ne vai fuori dalla stanza ,OPPURE TE NE TORNI A CASA TUA , perchè tu a casa loro devi sottostare alle loro regole e leggi se non vuoi avere dei problemi… qui invece fanno il comodo loro…hanno agevolazioni sulle case,sui beni di prima necessità ecc.ecc.
    Parcheggi la macchina e ti vengono a chiedere una mancia in cambio di un biglietto per posteggiare… ma finchè si tratta di uno, gli dai la mancia volentieri,il fatto è che sono decine, ma se hai la sfortuna che per lavoro tutti i giorni vai a parcheggiare ,quanti soldi gli devi lasciare di mancia?
    Stai pur certo che avrai sempre quel dubbio che se non gli dai la mancia ,ti graffiano la macchina….
    Io stesso ,in un bar ,ho visto uno di loro che a fine serata aveva racimolato più di 100 Eu in spiccioli e se li era fatti cambiare dalla barista… certo non sarà così tutti i giorni,ma fine mese quanti soldi si fanno? E ora anche il crocifisso ? Un domani al posto dell’inglese a scuola si studierà l’arabo….poi !
    Non voglio farne di tutta un’erba un fascio,percheè di buoni e di cattivi ci sono dappertutto,ma io ci lavoro con loro e vi garantisco che non è facile lavorarci insieme e sopportarli il più delle volte perle loro manie di religione… molti di loro sono arroganti e non ti chiedono le cose gentilmente ma ti dicono TU MI DEVI DARE…. e se li riprendi per un qualcosa che fanno di sbagliato,saltano su dicendo la classica frase , tu sei un razzista …facile come scusa da usare..
    Il punto è che bisogna rispettare il culto delle varie etnie …io rispetto la tua e tu rispetti la mia…se non ti sta bene … sono affari tuoi… io sono cristiano e cattolico… in Italia abbiamo il Papa e il vaticano ( purtroppo …ehehehe ) e il crocifisso fa parte della nostra religione e soprattutto della nostra cultura … QUINDI CE LO TENIAMO APPESO IN AULA !!

  4. Piero scrive:

    La verità è che è difficile fare coesistere varie religioni in un unico posto…e alla fine non si è mai daccordo…è per questo che all’uomo gli è stata data la possibilità di scegliere….io mi ricordo che quando andavo a scuola e c’era l’ora di religione,c’era chi era esentato e usciva dall’aula…o perchè era ateo,o perchè era di un’altra religione,ma nessuno predicava il fatto di dover togliere il crocifisso dall’aula…a questo mondo ci sono problemi ancor più gravi che un simbolo cristiano….anzichè pensare a ste cag**e,pensassero a cose più serie come la fame nel mondo,all’effetto serra ….quella del crocifisso deve essere l’ultimo dei problemi…

  5. cristina scrive:

    In effetti, Piero, non disturba nessuno… E hai ragione, di problemi ne abbiamo fin troppi!

  6. cristina scrive:

    Hai ragione, Vilma!
    E’ la diversità che manda avanti il mondo, a patto che non leda quella altrui!

  7. Vilma scrive:

    La mia idea di diversità dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere compatibile con la libertà di tutti ed il rispetto verso tutti. Voglio dire, perché etnie, culture e sistemi sociali diversi convivano, non è obbligatorio che si amalgamino al punto di rinunciare ai loro simboli (oltre che alle loro tradizioni), ma è possibile ed auspicabile che ognuno conservi la propria identità e rispetti quella degli altri. Se tutto si confonde in una uguaglianza amorfa, certo non ci sono tensioni, ma lo scotto da pagare è l’anonimato, se invece ognuno conserva la propria cultura identitaria (ciò che per noi rappresenta il crocifisso), allora la convivenza diventa occasione di scambio vivo e produttivo.

  8. cristina scrive:

    Hai veramente ragione, Vilma ma purtroppo non sempre è così…Sarebbe una bell’esempio di convivenza sociale, invece di scannarci fra di noi per tutto e un nonnulla..

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