Intervista all’esploratore Heiko Bleher

Heiko Bleher
Heiko Bleher (foto di Aquapress/N.Khardina)

di Maria Cristina Giongo
Intervista ad Heiko Bleher, il più famoso esploratore del mondo. La verità sul suo arresto in Brasile. L’ultima sua scoperta, il pesce che gira la testa, il Lepidogalaxias salamandroides.

Lepidogalaxias-salamandroides
Il pesce che gira la testa (foto di Aquapress/ N. Rezeq, Rio-Araca. Brasile)

Lo conobbi alcuni anni fa, affascinata dai suoi racconti di viaggio, dalle sue pubblicazioni tradotte in parecchie lingue, dalle sue scoperte eccezionali, frutto di una vita avventurosa che molti sognano: ma pochi sono in grado di realizzare. Il nostro incontro avvenne in un ristorante di Milano, dove lui si presentò con la bella fidanzata Natasha Khardina, bravissima fotografa che talvolta lo segue nei suoi favolosi viaggi, immortalando le magie e i misteri delle terre che visita, alla scoperta di mondi e nature incontaminate. Un uomo interessante che racconta esperienze altrettanto interessanti. Heiko Bleher, nato il 18 ottobre 1944 a Francoforte.
La madre, Amanda Flora Hilda Kiel, era altrettanto speciale, soprattutto per il suo spirito di avventura. Fu la prima donna a gareggiare in sella ad una motocicletta e la prima a guidare un aereo senza motore. Vinse 148 gare europee di macchine da cross. Quando Heiko aveva sette anni decise di partire, con lui, suo fratello maggiore e due sorelle a caccia di… Discus, una specie di bellissimi pesci a forma piatta e rotonda (da qui il nome di origine greco-latina), che si muovono in modo elegante ed aggraziato. L’intraprendente mamma, con i 4 figli al seguito, raggiunse il cuore dell’ “Inferno Verde” della giungla sudamericana alla ricerca di piante e pesci. Passione ereditata dal padre, Adolf Kiel, un pioniere dell’acquario moderno che a Francoforte fondò il più grande centro ittico del mondo (di piante e pesci ornamentali). Si inoltrarono in aree popolate da tribù indigene sconosciute, alcune delle quali ogni tanto… si mangiavano un missionario di passaggio.

Infatti sembra che ben 4 missionari finirono nelle loro “pentole”! Ma nessuno fece del male a questa madre e ai suoi figli, che all’inizio gli aborigeni accolsero con curiosità, poi con rispetto. Heiko imparò a convivere con loro, a mangiare il loro cibo, a godere di quella splendida natura incontaminata; mentre la mamma studiava pesci e piante acquatiche (selezionandone 60 nuove specie) e pesci. Quando l’incredibile famiglia Bleher tornò in patria la loro storia finì sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Tale il nonno, tale la madre, tale il figlio Heiko, che ereditò il loro amore per il mondo acquatico. Nel 1959 la seguì in Brasile, aiutandola a costruire un vivaio ed un allevamento ittico nella giungla intorno a Rio. Nel 1962 si trasferì in America frequentando l’Università della Florida del Sud; studiava giorno e notte appassionandosi sempre più al mondo dei pesci, in particolar modo a quelli di acqua dolce.
Nel 1964/1965 scoprì la prima nuova specie che prese il suo nome, Hemigrammus bleheri: uno dei pesci d’acquario maggiormenti venduti e il “Royal Blue”, una varietà di Discus. Poi iniziò a viaggiare da solo nelle giungle dei Paesi dell’America Meridionale e Centrale e Amazzonia. Esplorò l’Asia, l’Oceania e ancora tanti posti dove la sopravvivenza richiedeva immensi sforzi per la continua necessità di adattamento fisico e psichico. Realizzò films e films sono stati realizzati su di lui; conobbe re, ministri, ambasciatori. Scoprì 4 mila specie di pesci che gli illuminarono acquari delle più famose esposizioni del mondo, spesso curate da lui stesso. Nel 1993 venne eletto in Inghilterra l’Uomo dell’anno e poi in Francia e nel 2008 Scienziato dell’anno (Scientist of the Year) in Canada. Eppure non si dà arie. E’ gentile: alto, magro, con uno sguardo dolce ma deciso. Ti ipnotizza con i racconti delle sue avventure, ti esalta con la sua passione per la natura. Un esploratore… te lo immagini proprio così! Quella volta gli chiesi se non si diventa pazzi a vivere mesi e mesi in posti isolati, a volte pericolosi, colpiti da malattie (come la malaria) che più volte lo hanno portato sull’orlo della morte. Mi rispose che in effetti il cervello si sconvolge ma l’obiettivo è più importante dei disagi e delle sofferenze; la sua passione per i viaggi, la natura, i pesci sono così radicate (possiamo dire geneticamente radicate), che ne vale la pena: anche perché nessuno fa la ricerca dei pesci di acqua dolce. Solo lui. Quindi, che lo considerino pure …un po’matto! Si arrabbia soltanto quando ricorda una brutta avventura capitatagli poco tempo fa: il fermo (e conseguente arresto) presso la Polizia Federale brasiliana al ritorno da un suo viaggio (3 spedizioni in Amazzonia, nel 2008). Con l’accusa di esportare pesci di specie protette.
Ne hanno parlato i giornali di tutto il mondo; in sua difesa. Il racconto dell’accaduto lo potrete leggere per esteso nel suo sito www.aquapress-bleher.com, dove troverete anche i video dei suoi viaggi e i suoi libri: uno dei quali imperniato sull’avvincente vita di sua madre, partita alla ricerca di nuovi mondi con i suoi 4 bambini. Ricordiamo che Heiko Bleher è direttore della rivista scientifica “Aqua, International Journal of Ichthyology” e pubblica la splendida rivista illustrata aqua geõgraphia e diversi altri libri. L’ho nuovamente contattato per porgli qualche domanda.

Heiko Bleher
(H. Bleher, Australia foto Aquapress/ Mayland)

Come è finita la Sua vicenda giudiziaria?
“Non so quando e non so dove ma prima o poi si terrà il processo. In Brasile i tempi sono lunghi. E’ una vergogna quello che mi è accaduto. Un’ingiustizia. Mi hanno trattato come un delinquente, soltanto perché trasportavo dei pesci morti (nella formalina), che avevo prelevato per gli studi degli ittiologi in tutto il mondo (inclusi i famosi ittiologi del Brasile), per la classificazione delle specie e per la biodiversità del nostro pianeta. Un uomo come me, che ha speso tutta la sua vita per la ricerca!

Quali sono stati i capi d’accusa?
Mi hanno incolpato di aver prelevato dei pesci in posti vietati e delle specie protette: inoltre di trasportare “materiale genetico”. Una serie di accuse infondate. Il materiale genetico che serve a questo scopo si conserva nell’alcool, non nella formalina (dove tenevo i miei pesci). Infine… figuriamoci se proprio io potrei uccidere un animale protetto. La verità è che si tratta di una congiura contro di me da parte di alcuni nemici che ho: invidiosi per il mio successo e le mie scoperte.

E adesso, che cosa sta facendo, o meglio, che cosa sta scoprendo?
Ho appena scoperto in Australia un pesce molto particolare, che gira la testa. Si chiama Lepidogalaxias salamandroides. E’ lungo, si muove sul fondo come se facesse dei passi e muove la testa. Lo potete vedere nel mio website, in un video.

E i suoi libri?
Ne usciranno di nuovi. Il primo è stato tradotto in 11 lingue; l’ultima versione (in corso) è in portoghese. Si chiama “Il re delle Amazzoni”, imperniato sul Discus, un pesce speciale molto bello, su cui ho tenuto conferenze in tutto il mondo, con pubblicazioni in 40 lingue diverse. Vorrei scrivere anche un libro sulle mie spedizioni in India, e ho un progetto nelle Filippine, India e altri Paesi.

Quando l’intervistai la prima volta mi disse che appena tornava da una spedizione aveva già voglia di rimettersi in viaggio per la prossima. E’ ancora così?
Certo, niente e nessuno potranno mai fermarmi. Io sono felice soltanto così. In Amazzonia sono stato 330 volte: non so chi può affermare di conoscerla meglio di me!

Potrei chiedergli tante cose ma riservo le mille domande che ancora vorrei fargli per una prossima volta. Infatti quest’uomo è e rimarrà sempre, una fonte inesauribile di risorse, sorprese, rivelazioni (come quella del lago “morto”a causa di scorie radioattive). Non posso concludere senza ricordare che Heiko Bleher si è conquistato il nome di “padre dei Triops” perchè grazie a lui abbiamo conosciuto anche in Italia l’esistenza di questi preziosi animaletti preistorici, fossili viventi che abitano la terra da ben 200 milioni di anni. Una sottospecie di crostacei branchiopodi con 3 occhi ( da qui il nome di Triops) con 7 paia di zampette che raggiungono le dimensioni fra i 3 e i 5 centimetri. Hanno un ciclo di vita molto breve: nonostante ciò sono sopravvissuti addirittura all’estinzione dei dinosauri. Si riproducono anche per partenogenesi e vivono solitamente in pozze d’acqua. Quando questi acquitrini si prosciugano le loro uova, rimaste sul terreno, possono restare anche decenni a riposo, schiudendosi nel giro di circa 24 ore alla prima caduta d’acqua. Si trovano ovunque: Nord Africa, Europa occidentale, America, Giappone e anche in Italia: in Lombardia, Piemonte, Sardegna, ecc. La cosa interessante è che si possono allevare in casa. Basta acquistare una bustina di uova, metterle in un recipiente d’acqua (sterilizzata) sotto una lampada, e dopo pochi giorni nasceranno i vostri piccoli animaletti preistorici. I quali appena “sentono” che stanno per morire depongono le uova per continuare la specie. Un miracolo della natura: infinito. Io stessa ne ho allevati alcuni e sono rimasta colpita dai misteriosi segni che “disegnavano” sulla sabbia e dalla loro morte: rapida, quasi gioiosa. Prima di quel momento si cambiano 3 o 4 volte l’involucro (una specie di corazza-vestito che li ricopre in parte) sostituendolo con un altro sempre più bello. Poi, al massimo del loro “splendore” (anche se in realtà sono piuttosto brutti), si esibiscono in una danza particolare, fluttuando nella loro vaschetta; infine, in un attimo, si lasciano cadere sul fondo ed esalano l’ultimo respiro. Le uova di Triops si possono ordinare anche via internet.

Una cosa è certa: grazie a uomini come Heiko Bleher possiamo conoscere a fondo e sempre di più tanti prodigi della natura che non finiranno mai di sorprenderci e incantarci. Spero che gli amici del Cofanetto Magico gli stiano accanto numerosi; in attesa del famoso processo in Brasile. Con tutta la stima e solidarietà che si merita.

Maria Cristina Giongo

Proibita la diffusione del testo se non citando autore e fonte di provenienza

Indirizzo:

Aquapress Publisher
Heiko Bleher
Via G. Falcone 11
I-27010 Miradolo Terme (Pavia), Italia
Tel: 00 39 0382754707
Email:aquapress@aquapress-bleher.com
www.aqua-aquapress.com
www.aquapress-bleher.com

ISBN978-88-901816-2-7
Uno degli ultimi libri dell’esploratore Heiko Bleher. Si può ordinare anche in altre lingue
ISBN 978-88-901816-2-7

Symphysodon aequifasciatus
Symphysodon aequifasciatus. CoariRegion, Brazil. Foto di Aquapress/H.Bleher

Hemigrammus bleheri
Una specie di pesci che è stata scoperta dall’ esploratore Heiko Bleher, Hemigrammus-bleheri. (foto di Acquapress/B. Kahl)

Triops
Triops cancriformis, l’animaletto preustorico che si può allevare in casa ( foto Aquapress/M. Brega)

Amanda Bleher
Amanda Bleher, la mamma di Heiko. (foto di Aquapress/Heiko Bleher)

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3 Responses to “Intervista all’esploratore Heiko Bleher”

  1. Piero scrive:

    Complimenti x l’intervista e sono del parere che persone come lui andrebbero osannate anzichè accusate….ce ne fossero di esploratori come lui,persone che senza le loro scoperte NOialtri navigheremmo ancora nel buio..

    Duit.

  2. cristina scrive:

    In effetti, Piero, è un uomo eccezionale. Ma più una persona vale, più suscita l’invidia degli altri, soprattutto di quelli che non hanno mai fatto nulla per ottenere qualcosa.

    La gente come te invece apprezza, senza gelosie: e questo è un segno di intelligenza.

    Grazie per i complimenti!

  3. Heiko Bleher scrive:

    Grazie mille,

    grazie in particulare per Piero, è cosi.

    Auguri a tutti y vede il mio nuovo libro, uscito far un mese…

    Heiko Bleher

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